Sabina moralista fa la martire con chi la critica

Il paradosso della Guzzanti: vittima della truffa dei Parioli, se la prende con chi la rimprovera sul blog per i suoi investimenti "facili". Cioè col suo stesso pubblico

Sabina moralista fa la martire con chi la critica

Intervistata ieri dal Corriere della sera, Sabina Guzzanti si è imbufalita all’idea, suggerita via internet, che invece di investire nella finanza, come dire, offshore, avrebbe dovuto comprare un bar. «Io? La barista? No, dico. Si rende conto di qual è il livello della polemica?». È un’irritazione fuori luogo: Carlo Verdone, che è un comico vero, adora andare a chiacchierare dal fornaio, dal pizzicagnolo, dal droghiere, al bar. Trova lì gli spunti, le facce, i tic e i tormentoni, un palcoscenico dove si prova sempre e non ci si annoia mai… Sabina dovrebbe pensarci per rinnovare la sua carriera, per non restare incollata all’idea della satira come martirio. Il suo, quello del pubblico.
Ora, si capisce che averci smenato dei soldi per colpa di un broker della Roma bene, fa girare anche quello che la Guzzanti, in quanto donna, non ha, ma non bisogna prendersela, come fa lei, con «il popolo del blog», ovvero la democrazia direttamente in rete… Perché è poi lo stesso popolo che crede in quello che la Guzzanti recita, Berlusconi come Dracula, la congiura per far fuori le aragoste e con essa la libertà di stampa in Italia, l’ossessione del denaro, la speculazione finanziaria… «Qui sta passando il concetto che io debba giustificarmi di aver fatto qualche investimento… Si sono messi a pontificare, a dirmi quello che avrei dovuto fare e non fare, con i miei soldi». Già, come glielo vai a spiegare a chi si arrabatta col mutuo per la prima casa in periferia che si può sempre investire in obbligazioni di una società lussemburghese che nuota nei paradisi fiscali? Ma chi ti credi di essere: Berlusconi?
Dice ancora Sabina che «sui blog scrivono quelli più ossessionati», «svitatelli», «persone poco strutturate», «esaltati che non hanno capito una cippa»… Non avendo un blog, non sappiamo come replicare, ma visto che lei lo utilizza da par suo, www.sabinaguzzanti.it, sa certamente di che parla e di come si parla.
Sostiene Sabina che contro di lei è stata condotta su Repubblica «una campagna di disinformazione» e si chiede: «A cosa devo tanta scorrettezza? Tanta vigliaccheria? Tanta spudoratezza?» Forse a un ego leggermente sovradimensionato? Proprio perché di mestiere la Guzzanti dovrebbe far ridere, sarebbe il caso che non si prendesse troppo sul serio.
Lo si è già detto, siamo uno strano Paese, dove sempre più spesso i comici fanno politica e i politici il varietà: bisognerebbe darsi una regolata ed essere seri, ciascuno nel suo campo. Sarebbe una rivoluzione.
Comunque, «a essere truffati siamo stati a decine. Perché non avete pubblicato anche le foto degli altri?».

Già, perché una che ha «il mio ufficio stampa» non viene trattata come una comune mortale, una barista, magari? Già, perché una che sta con i terremotati abruzzesi, con i pescatori sardi e sempre e comunque contro i pescecani capitalisti voleva fare affari con il nobile pariolino Giampiero Castellacci de Villanova e la sua Dharma Holdings? Ci si potrebbe fare un film. Compagni potrebbe essere il titolo. Di merende.

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