da Roma
Linflazione programmata è «un tema datato, obiettivamente superato». E il ministro del Welfare Maurizio Sacconi crede che le parti sociali «non avranno difficoltà a trovare un accordo sulla riforma dei contratti nel settore privato, intorno a un riferimento di inflazione depurato dalla componente intenazionale. Certo, se poi cè qualche mulo recalcitrante, le cose si complicano».
Oggi Confindustria e sindacati riprendono il negoziato sulla riforma contrattuale, e Sacconi vede la possibilità di unintesa, su cui però grava lincognita del «mulo», cioè della Cgil, che ha già pigiato decisamente sul pedale del freno: «Nessuna no-stop sui contratti». Ieri, la questione è stata discussa nellufficio di presidenza e nel direttivo della Confindustria, mentre il Centro studi di viale dellAstronomia diramava una nota dedicata allandamento dei prezzi, in cui stima linflazione domestica - depurata da energia e alimentari - al 2,3%.
Lindagine congiunturale flash del Csc afferma che lo shock petrolifero in atto «è di violenza paragonabile a quelli degli anni 70», con lItalia che dovrà destinare allacquisto di greggio e gas il 3,4% del prodotto interno lordo. Le previsioni congiunturali parlano di stagnazione per questanno e buona parte del prossimo. Con le quotazioni a 130 dollari al barile, Confindustria stima una crescita italiana dello 0,1% questanno e dello 0,6% nel 2009. Se il barile scendesse a 90 dollari, la crescita economica di questanno sarebbe dello 0,4%, e quella 2009 dell1%. Al contrario, con il greggio a 150 dollari, crescita zero questanno e 0,3% lanno prossimo.
Con linflazione domestica al 2,3%, diventa comprensibile anche l1,7% di inflazione programmata inserito nel Dpef come riferimento per i contratti. Una cifra che tuttavia i sindacati contestano. Ieri sera si sono riunite le segreterie di Cgil-Cisl-Uil per discutere del negoziato sul modello contrattuale, di pubblico impiego e fisco.
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