Cultura e Spettacoli

Il sacrificio di Sands trent'anni dopo: un'eredità per le nuove generazioni

Esce Il diario di Bobby Sands, un'attenta ricostruzione del giovane irlandese che si lasciò morire di fame nello spietato carcere di Long Kesh

Il sacrificio di Sands trent'anni dopo: 
un'eredità per le nuove generazioni

Sto qui, sulla soglia di un altro mondo palpitante. Possa Dio avere pietà della mia anima.
Sono pieno di tristezza perché so di aver spezzato il cuore della mia povera madre e perché la mia famiglia è stata colpita da un'angoscia insopportabile. Ma ho considerato tutte le possibilità e ho cercato con tutti i mezzi di evitare ciò che è divenuto inevitabile: io i miei compagni vi siamo costretti da quattro anni e mezzo di vera barbarie.
Sono un prigioniero politico. Sono un prigioniero politico perché sono l'effetto di una guerra perenne che il popolo irlandese oppresso combatte contro un regime straniero, schiacciante, non voluto, che rifiuta di andarsene dalla nostra terra


"Mi sono svegliato stamattina all'arrivo del secondino". Questa frase è il tragico l'incipit di una poaesia scritta in gaelico da Bobby Sands, il giovane prigioniero irlandese morto all'età di soli 27 anni nel carcere di Long Kesh, a pochi chilometri da Belfast, il 5 maggio 1981, dopo 66 giorni di sciopero della fame.


"Sono un prigioniero politico", scrisse Bobby come un mantra nel giorno in cui cominciò lo sciopero della fame il primo marzo. Due mesi dopo la morte. Continuò a raccontare la propria sofferenza per altri 17 giorni,fino a quando non fu più in grado di farlo. Non aveva più le forze per continuare. Il 23 aprile 1981 venne, infatti trasferito nell'ospedale del carcere perché le sue condizioni si erano aggravate. Il diario di Bobby Sands - Storia di un ragazzo irlandese (scritto da Silvia Calamati, Laurence McKeown e Denis O'Hearn) ripercorre gli ultimi giorni di un giovane che pagò con la vita il suo amore per la libertà. "Se non riescono a distruggere il desiderio di libertà non possono stroncarti - scriveva Bobby Sands - non mi stroncheranno perché il desiderio di libertà del popolo irlandese sono nel mio cuore. Verrà il giorno in cui tutto il popolo irlandese avrà il desiderio di libertà. Sarà allora che vedremo sorgere la luna".

Quello di Calamati, McKeown e O'Hearn è un adattamento per le giovani generazioni della biografia di sands, Nothing but an unfinished song. "La mente è la cosa più importante - scrisse nella sua ultima pagina di diario - se non hai una mente forte per resistere a tutto non ce la fai. Ti manca ogni spirito combattivo. Ma da dove ha origine questa forza mentale?". Bobby iniziò lo sciopero della fame dopo anni di durissime lotte carcerarie. Arrestato più volte e più volte condannato senza prove a suo carico, trascorse gran parte della sua vita nello spietato carcere di Long Kesh,- ribattezzato "The Maze". Dopo di lui, tra il maggio e l'agosto 1981, altri nove giovani repubblicani irlandesi, tutti al di sotto dei trent'anni, moritono a Long Kesh. In questo libro Calamati, McKeown e O'Hearn restituiscono al lettore - con minuzia e precisione - quelli che furono la vita e i sogni di un ragazzo irlandese. Non solo. Dopo anni di censure vengono così riproposti i drammi di una guerra in Europa troppo spesso dimenticata che ha causato oltre 3.700 morti.

"Tante furono le responsabilità morali che Sands dovette assumersi - spiegano gli autori - eppure, anche se molti possono non condividere le decisioni da lui prese, non scelse mai la strada più facile, né si pentì del cammino intrapreso". In una delle ultime visite un dottore, "un tipo sbarbato", gli lesse il peso: poco più di 57 chili. Qualche giorno dopo il direttore del carcere andò a trovarlo e gli disse: "Vedo che stai leggendo un libro breve. Meglio così. Se fosse lungo non riusciresti a finirlo". Bobby morì all'una e diciassette del mattino di martedì 5 maggio 1981, dopo 66 giorni di sciopero della fame. Calamati, McKeown e O'Hearn fanno rivivere questo dolore e lo consegnano alle generazionefuture affinché la Storia non sia segnata da nuovi soprusi. Non è infatti un caso che le ultime parole di Bobby furono d'amore, per la famiglia: "Vi amo tutti moltissimo. Sei la madre migliore del mondo.

Sei stata al mio fianco".

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