I curiosi hanno potuto osservare la mummia a pochi centimetri di distanza, i fotografi lhanno ritratta da vicino, senza nemmeno bisogno dello zoom. Il corpo, con i suoi secoli di storia e una miriade di segreti da svelare, è arrivato ieri mattina alla clinica Macedonio Melloni, trasferito direttamente dal museo paleontologico e archeologico di Asti. Adagiato sul telo azzurro di una barella, è stato esposto per qualche ora in una sala. Ma ora le porte si chiuderanno e nessuno potrà più vedere la mummia egiziana. La parola passa allequipe di esperti che porteranno il reperto in sala operatoria e lo sottoporranno a tutti gli esami del caso.
Già in passato, nel 2009, la mummia era stata protagonista di un esperimento pionieristico: una tac spirale. Ma stavolta si vuole andare più a fondo con le analisi e si comincerà con unendoscopia. Per ora si sa che il corpo apparteneva a un uomo. Lobiettivo, come spiega Luca Bernardo, il primario di pediatria del Fatebenefratelli che coordina loperazione, «è quello di ricostruirne lidentità, le abitudini e persino la forma del viso, grazie a esami in 3D che sono già stati effettuati con la Tac». In sostanza verranno prelevati alcuni campioni di ossa, legno, bende, corde «e quantaltro troveremo allinterno - spiega Bernardo - cosa che ci sarà poi utile per ricostruire la storia della mummia». Si cercherà di verificare se davvero luomo che si nasconde sotto gli antichissimi bendaggi sia «un sacerdote di Min, il dio della sessualità e della fertilità», come ipotizzano gli egittologi.
A far parte del gruppo di lavoro il medico archeologo Davide Porta, legittologa Sabina Malgora, Michele Vignali, che eseguirà lendoscopia, e Cristina Cattaneo, medico legale e antropologa forense salita agli onori della cronaca per essersi occupata di casi celebri come quello di Yara Gambirasio. A lei il compito di «ricostruire il viso delluomo di Ankhpakhered, grazie anche alle immagini raccolte in 3D con la Tac. I risultati degli saranno pronti fra due o tre mesi. E allora sapremo chi era questuomo, quali malattie aveva e persino se usava del profumo. Gli esperti mirano a «creare una equipe permanente che possa essere punto di riferimento non solo per lItalia, ma per tutta lEuropa del Sud, in questo genere di studi». Qualche anno fa dallindagine radiografica in 3d non erano emerse verità particolarmente interessanti, le ossa dello scheletro non erano tutte al loro posto, ma i ricercatori si sono incuriositi sulloriginalità del reperto.
Lintervento di domani cercherà di dare una datazione storica alla mummia e far emergere alcuni aspetti ancora oscuri, primo fra tutti se si tratti di un sacerdote o un personaggio di nobili origini.
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