Letteratura

Il Salone del libro di Annalena Benini. Nella squadra anche Littizzetto

La giornalista punta su sette sezioni tematiche e crea anche una "redazione" per il Lingotto. Tra i prescelti la comica: vedremo se ci sarà da ridere...

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Habemus Salonem 2024, o quasi... Da ieri conosciamo la squadra con cui Annalena Benini gestirà la più importante manifestazione relativa all'editoria e al libro in Italia. La nomina della giornalista del Foglio (dirige il supplemento Review del quotidiano), alla guida del Salone del libro di Torino (per il triennio 2024-2026) è arrivata a sorpresa, lo scorso 3 aprile, dopo settimane di polemiche, che hanno spaziato dal culturale (poco) al politico (molto).

Ora a quasi sei mesi dopo, Benini, che ha preso - in maniera soft - il posto di Nicola Lagioia (il direttore che ha risollevato il Salone dalla crisi e dalla pandemia, almeno quanto a presenze), ha annunciato al teatro Gobetti del capoluogo piemontese le prime novità del suo Salone (al Lingotto dal 9 al 13 maggio). Benini nel corso dell'incontro ha ringraziato l'ex direttore Lagioia «per tutto il lavoro fatto in questi anni», e ha ringraziato la squadra dei consulenti e quella del Salone: «Posso provare a fare qualcosa di nuovo», ha spiega la nuova direttrice, che ha individuato per l'edizione 2024 sette sezioni tematiche, «ciascuna affidata a un curatore».

Partendo dalla ispirazione teorica che guiderà i lavori, Benini ha spiegato che «il nuovo Salone si ispirerà, nell'ideazione e nella cura, alla costruzione di un giornale: un'opera con una sua precisa personalità che viene raccontata, giorno dopo giorno, dai curatori con le loro sezioni tematiche, da una redazione e da collaboratori tecnici. L'obiettivo è quello di offrire stimoli continui al racconto del presente, attraverso punti di vista diversi e vitali» Insomma un salone con una connotazione giornalistica, in linea con le caratteristiche di Benini. Vedremo se si trasformerà in un reale svecchiamento di certe ritualità culturali che lo caratterizzano. Più sul versante pratico il Salone 2024 sarà articolato in sette sezioni. Teresa Cremisi, presidente di Adelphi, curerà la sezione editoria. Target: raccontare cos'è l'editoria e chi è un editore. Alla scrittrice Melania Mazzucco è affidata la sezione dedicata all'arte. Il premio Strega Alessandro Piperno si occuperà della sezione dedicata al romanzo, e racconterà come leggono gli scrittori, parlandone con colleghe e colleghi. La non più misteriosa Erin Doom (pseudonimo della giovane autrice bestseller del Fabbricante di lacrime) si occuperà della sezione dedicata al romance. Target: dialogare con i giovani lettori, indagando il futuro della letteratura a partire dai classici che hanno formato la nostra educazione sentimentale. Il vicedirettore del Post Francesco Costa si occuperà della sezione dedicata al giornalismo e all'informazione, tra media tradizionali e media digitali, Italia e resto del mondo. La sezione sul cinema sarà curata dallo scrittore e sceneggiatore Francesco Piccolo. Dulcis in fundo: Luciana Littizzetto curerà la sezione dedicata alla «leggerezza», per «costruire pensieri sorridenti» e «portare sollievo». Anzi più nello specifico: «i suoi incontri indagheranno la narrativa capace di penetrare tra le luci e le ombre della vita per dare anche spensieratezza a lettrici e lettori. Inoltre mostrerà come il linguaggio televisivo possa costruire spazi di intrattenimento e di risate».

Due note a margine. I giornali hanno anticipato nei giorni scorsi la calata degli intellettuali di centrodestra. Non pervenuta: la squadra è fatta di persone di cui Benini si fida, in qualche caso con curricula di spessore. È giusto così: la direttrice ha scelto e non ha scelto a destra. Si misureranno i risultati del Salone. La seconda: negli ultimi anni la Littizzetto come comica non ha fatto molto ridere. Il rischio è che faccia ridere in questo ruolo. Ma speriamo di no.

Tra le novità, anche la presenza di una redazione, formata dalla giornalista del Foglio Paola Peduzzi, dalla scrittrice Igiaba Scego, da Francesca Sforza, giornalista de La Stampa, e da Tiziana Triana, direttrice editoriale di Fandango.

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