Cronaca locale

L'emorragia dei medici di base: la regione Lazio nel caos

La sanità è un colabrodo: in alcune zone periferiche non ci sono dottori disponibili

L'emorragia dei medici di base: la regione Lazio nel caos

Nella regione Lazio la medicina territoriale presenta un buco da dover colmare al più presto. Nel 2021 solo a Roma sono andati in pensione più di 350 professionisti. "Entro il 2026 - secondo le parole di Antonio Magi, presidente dell'Ordine - un terzo di quelli che oggi lavorano, circa due mila, andrà in pensione senza possibilità di restare, pur volontariamente, in servizio".

Senza un rientro da parte di giovani camici bianchi che riequilibrano la situazione, molte città si trovano a non avere un medico di base disponibile. In molti comuni dell'hinterland, infatti, le Asl hanno censito la "zona carente" come spiega il Il Messaggero, soprattutto nelle periferie di Guidonia e a Tivoli.

Le cause sono diverse, tra cui il fatto che a causa del Covid-19 molti professionisti hanno chiesto il prepensionamento portando numerosi disagi alle famiglie italiane.

Per trovare delle soluzioni a questa scomoda situazione, Alberto Chiriatti, vicesegretario regionale della Fimmg, la Federazione italiana medici di medicina generale, ha affermato che, insieme a un equipe di medici e studiosi, sono stati elaborati dei piani. Alcuni di essi fungono da tampone per circostanze momentanee. Tra questi il fatto che si pensa di poter accrescere il numero disponibile di pazienti per ciascun medico, così da non avere limiti. Questa soluzione, però, porta degli inconvenienti a livello amministrativo e un sovraccarico lavorativo. Si rischia infatti che il medico non riesca a gestire la moltitudine di pazienti, dedicando loro meno tempo.

Tra le altre soluzioni quella di utilizzare i neo specializzandi. In questo modo, secondo il vicesegretario Chiriatti: "Si darà la possibilità ai laureati in Medicina che stanno frequentando il corso di Medicina generale di concorrere per l'attribuzione di nuovi incarichi con un massimale di 750 pazienti".

Si cercano dunque ancora delle alternative alle numerose segnalazioni nelle città laziali in quanto i dati che segnalano una sanità al collasso preoccupano gli studiosi.

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