Salute

"Ci sono antibiotici nel latte": cosa rischiamo ogni giorno

Su 21 tipi di latte presi in esame, in 12 sono state trovate tracce di antibiotici, cortisonici e antinfiammatori

"Ci sono antibiotici nel latte": cosa rischiamo ogni giorno

"Nel latte italiano ci sono farmaci e antibiotici". A lanciare l'allarme è un'indagine condotta e pubblicata dal Salvagente, che ha eseguito dei test su 21 confezioni di latte, fresco e a lunga conservazione, comunemente venduto in Italia.

Le sostanze farmacologiche presenti nel latte sono state scoperte grazie a un nuovo metodo di analisi, "in grado di quantificare contenuti che ai test ufficiali sarebbero passati inosservati". In questo modo, è stato possibile osservare la presenza di 3 farmaci in 12 campioni: in particolare, sono state rilevate tracce di amoxicillina, un antibiotico, dexamethasone (un cortisonico) e l'antinfiammatorio meloxicam.

I livelli degli antibiotici presenti nei campioni di latte sono risultati molto bassi, ma "questo non significa che si possa escludere un rischio per il macrobiota, l'insieme dei microrganismi che popolano il nostro apparato digerente e che svolgono funzioni benefiche". Si tratta, però, di concentrazioni inferiori ai limiti fissati dal regolamento Ue.

I farmaci presenti nel latte sono quelli usati negli allevamenti intensivi, per curare la mastite, cioè l'infezione alla mammella, che colpisce le mucche da latte. Due sarebbero i rischi dovuti alla presenza di antibiotici nel latte. Il primo è che possano sviluppare la creazioni di batteri resistenti agli antibiotici e il secondo è che venga alterato il macobiota umano.

Secondo qunto riporta il Fatto quotidiano, l'Agenzia europea del farmaco aveva rivelato che l'uso degli antibiotici negli allevamenti in Italia fosse di 2,5 volte più alto della media europea. E infatti, in Italia risulta alto il numero dei morti causati dalle infezioni resistenti agli antibiotici.

"Non dobbiamo creare allarmismi", spiega Antonio Limone, direttore generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, che ricorda: "Solo nei nostri laboratori, nel 2019, abbiamo analizzato oltre 5500 dati relativi al latte e non abbiamo riscontrato non conformità in relazione a questo argomento. Ben vengano gli studi a tutela della sicurezza alimentare per i cittadini consumatori su un tema così attuale e delicato, ma non dimentichiamo che l’Italia è un paese attento in materia e che esistono piani nazionali che monitorano costantemente tutte le produzioni alimentari".

Il direttore del Salvagente ha sottolineato che i dati resi noti non vogliono costituire "una penalizzazione alle aziende nelle cui confezioni abbiamo trovato residui di farmaci".

E informa come molte di queste aziende, informate dei testi, si siano "mostrate molto sensibili all’argomento e alle evoluzioni dei loro controlli rese possibili da questo nuovo metodo".

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