Salute

Citrobacter, come si manifesta il batterio che uccide un bimbo su tre

L'unico farmaco impiegato per combattere l'infezione presenta una marcata attività tossica per i reni e per il sistema nervoso centrale

Citrobacter, come si manifesta il batterio che uccide un bimbo su tre

Leonardo è morto a fine 2018, Nina nel novembre 2019, Tommaso a marzo del 2020 e, infine, Alice il 16 agosto di quest'anno. I quattro neonati sono stati uccisi da un batterio killer, il Citrobacter. I piccoli erano tutti ricoverati presso l'Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento, Verona. Purtroppo non si tratta di casi isolati. Ben novantasei bambini sarebbero stati colpiti in soli due anni e nove avrebbero riportato danni cerebrali. Il batterio incriminato era annidato nel rubinetto del lavandino utilizzato dal personale della TIN (Terapia Intensiva Neonatale). Sembra che allo stesso attingessero gli operatori sanitari per prendere l'acqua da dare ai bimbi assieme al latte. Non è chiaro il motivo per cui non si ricorresse all'acqua sterile. Quasi certamente il batterio è arrivato dall'esterno, forse a causa della mancanza delle misure di igiene che in ambienti del genere devono essere una regola imprescindibile. Ma cos'è questo pericolo silente e come si manifesta?

Citrobacter è un genere di batteri Gram-negativi coliformi, anaerobi facoltativi, appartenenti alla famiglia delle Enterobacteriaceae. Di quest'ultima fanno parte anche i generi più noti Escherichia, Salmonella, Shigella, Klebsiella e Proteus. Attualmente di questi batteri, isolati per la prima volta nel 1932 da Werkman e Gillen che ne descrissero sette specie tra cui C. freundii, C. koseri e C. amalonaticus, non si conosce ancora molto e gli studi effettuati in merito non sono recenti. Si sa solo che Citrobacter è costituito da batteri mobili, dunque dotati di flagelli peritrichi e dell'antigene h, che si comportano da patogeni opportunisti, provocando in maniera molto frequente infezioni a danno dell'apparato urinario.

Le specie di Citrobacter si trovano quasi ovunque nel suolo, nelle acque, nei cibi contaminati e sono in grado di infettare uomini e animali. In particolar modo le categorie di soggetti più colpite sono i neonati (soprattutto se prematuri) e gli adulti immunodepressi. Due sono le modalità di trasmissione: verticale da madre a figlio oppure da persona a persona. Gli agenti patogeni causano spesso sepsi, meningite e ascessi del sistema nervoso centrale. I sintomi, che solitamente nei neonati insorgono tra il primo e il 42esimo giorno di vita, includono: instabile rialzo termico, irritabilità, ittero, convulsioni, vomito e letargia.

L'infezione è devastante. Circa un terzo dei bambini con ascessi muore e la metà subisce seri danni al sistema nervoso centrale. A spaventare è soprattutto il dato di fatto secondo cui negli ultimi nei confronti del Citrobacter si è sviluppata una vera e propria antibiotico-resistenza. L'unico farmaco che mostra effetti positivi sui pazienti trattati è la colistina, ovvero un antibiotico polimixinico prodotto da alcuni ceppi di Bacillus polymyxa variante colistinus. Esso disorganizza la membrana cellulare batterica esterna, neutralizzando così l'azione dei batteri.

Il medicinale, però, presenta marcata attività tossica per i reni e per il sistema nervoso centrale.

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