Salute

Un nuovo studio potrebbe migliorare la vita di chi soffre di epilessia

Una nuova speranza per combattere questa malattia che nel mondo colpisce oltre 50milioni di individui giunge dai ricercatori dell'Università di Nottingham

Epilessia, aperta la strada a un nuovo trattamento

L'epilessia, provocata da un'alterazione dell'attività elettrica di alcuni neuroni generalmente localizzati a livello della corteccia cerebrale, è una sindrome caratterizzata dalla ripetizione di crisi di diversa entità. Durante un attacco, infatti, possono verificarsi perdite temporanee di coscienza, spasmi o contrazioni della muscolatura scheletrica di tipo convulsivo e cambiamenti motori e anche psichici.

Gli scienziati dell'Università di Nottingham hanno scoperto che il modo in cui i neuroni sono collegati all'interno delle regioni del cervello può essere un indicatore della progressione dell'epilessia e del trattamento migliore per la stessa. Lo studio è stato pubblicato su "Human Brain Mapping".

Il dottor Marcus Kaiser della School of Medicine dell'Università di Nottingham, assieme al suo team, ha valutato le scansioni di 33 pazienti con epilessia del lobo temporale e di 36 soggetti di controllo. Si è giunti alla conclusione che l'esame della connettività all'interno delle regioni cerebrali ha mostrato risultati superiori rispetto all'attuale approccio di osservazione della sola connettività del tratto di fibra tra le aree del cervello. Dividendo la superficie encefalica in 50mila nodi di rete di dimensioni comparabili, ogni regione potrebbe essere analizzata come una rete locale, dotata di 100-500 nodi.

Utilizzando una tecnica non invasiva chiamata "imaging del tensore di diffusione", i ricercatori hanno dimostrato che le fibre all'interno e tra le regioni cerebrali vengono rimosse nei i pazienti affetti da epilessia. Tuttavia, la connettività all'interno di queste aree si è rivelata come migliore predittore del successo della rimozione chirurgica del tessuto cerebrale per la prevenzione di future crisi. Come spiega Kaiser, quando qualcuno ha un attacco epilettico, esso si diffonde attraverso il cervello. Dallo studio è emerso che i cambiamenti della rete locale si sono verificati per le regioni lungo le principali vie di diffusione della crisi.

Gli studiosi sottolineano che sono state coinvolte regioni lontane dal punto di partenza dell'attacco, ad esempio nell'emisfero cerebrale opposto. Ciò, dunque, indica che l'aumento dell'attività del cervello durante le crisi, porta a cambiamenti in una vasta area dello stesso. Inoltre più a lungo i pazienti soffrono, più regioni mostrano gravi modifiche locali.

Gli scienziati ritengono che questa importante scoperta possa aprire la strada a un nuovo trattamento per l'epilessia, una malattia che nel mondo colpisce oltre 50milioni di individui, in special modo bambini.

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