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Fomo, che cos’è e come riconoscerla

La Fomo è la paura di essere tagliati fuori. Diffusa tra i millennials e non solo, cela l’insoddisfazione nei confronti della propria vita sociale in questa epoca dominata dai social

Fomo, che cos’è e come riconoscerla

L’acronimo Fomo sta per "fear of missing out" e indica la paura di essere tagliati fuori. È una forma di ansia sociale che con l’avvento dei social network sta avendo una larga diffusione sia tra gli adolescenti che tra gli adulti. Questo disturbo psicologico è stato oggetto di studio da parte di Andrew Przybylski, ricercatore di psicologia sociale dell’università di Oxford.

Il suo team di ricerca si è reso conto che questa forma di ansia è legata alla paura di essere esclusi dalle interazioni sociali e dalle situazioni percepite piacevoli ed interessanti riguardanti la propria esistenza. Al giorno d’oggi la fame di relazioni sociali che è insita nel nostro essere, spinge la gente a rifugiarsi nelle interazioni virtuali di cui il mondo dei social abbonda. Ed è così che si genera una vera e propria forma di dipendenza che spinge i soggetti a controllare continuamente il proprio telefono sperando che ci sia una nuova notifica o un messaggio.

Studi psicologici accurati sostengono che in media sono circa centocinquanta le volte in cui in una giornata controlliamo lo smartphone. Il controllo costante della home dei social networks crea una sorta di frustrazione e delusione che non appaga a pieno quello che cerchiamo. Viene generata così una sorta di distorsione della realtà secondo la quale si ha la percezione che gli altri conducano vite più interessanti e più divertenti della propria.

Come riconoscere la Fomo

smartphone

Se il controllo del proprio telefono è il primo pensiero al mattino e l’ultimo prima di andare a letto, questo può rappresentare un campanello d’allarme da non sottovalutare. A questa abitudine si aggiunge lo scrolling compulsivo e l’esigenza di postare foto o stories sui social ad intervalli regolari.

Esistono diverse tipologie di Fomo. Tra quelle più diffuse vi è la nomofobia. Non è altro che la frustrazione causata dalla sola idea di non essere connessi o di avere la batteria scarica al cellulare. Ciò crea una sorta di ansia che può diventare cronica e ingestibile a lungo andare tanto da condizionare la qualità della vita e l’andamento di una giornata. Spesso questa forma di disagio è accompagnata dalla “sindrome da vibrazione fantasma”. Si verifica quando si ha la percezione errata di aver sentito squillare o vibrare lo smartphone.

I soggetti più a rischio sono gli adolescenti che in questa fase delicata della propria esistenza cercano continuamente l’approvazione da parte dei pari. Attraverso i social si illudono di soddisfare questo bisogno. Ma i rischi della Fomo sono in agguato anche tra gli adulti, soprattutto tra coloro che vivono condizioni di precarietà, sia affettiva che lavorativa. Questa insoddisfazione nei confronti della propria esistenza spinge i soggetti più fragili a credere che la vita che si posta sui social sia totalmente veritiera e nutrire l’errata impressione che gli altri siano sempre più felici, amati e di successo.

I rimedi contro la Fomo

depressione

Per liberarsi della Fomo gli psicologi sostengono che bisognerebbe cercare gradualmente di disconnettersi dai social per vivere a pieno la propria esistenza. Soprattutto nei momenti di pausa e mentre si mangia bisognerebbe star lontani dallo smartphone per dedicarsi a qualcosa di piacevole o conversando dal vivo con gli amici.

È fondamentale liberarsi dal senso di colpa legato al non aver letto o visto in tempo reale un messaggio o una notifica. Una sana abitudine è quella di allontanarsi dagli schermi dei dispositivi elettronici due ore prima di coricarsi. È importante al fine di favorire una buona qualità del sonno che invece la luce blu di questi dispositivi non concilia.

Gli psicologi consigliano inoltre di acquisire più consapevolezza e spirito critico nei confronti di ciò che

si vede e si posta sui social. Di fatti non tutti i contenuti social sono veritieri. Occorrerebbe anche essere più selettivi nella scelta dei contenuti verso i quali mostrare in maniera significativa il proprio interesse.

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