Lo hanno battezzato «Dottor Google». Ed è un fenomeno pericoloso quanto diffuso nel nostro Paese. Si tratta dell'abitudine di auto diagnosticare patologie o disturbi leggendo siti internet. E di decidere la terapia affidandosi al fai da te pubblicizzato in Rete.
Secondo i più recenti dati forniti dal Censis, sarebbe addirittura l'88 per cento degli italiani a fare ricerche online quando non si sente in forma, nella speranza di trovare la cura giusta senza rivolgersi allo specialista. Il 93 per cento di questi dottori-fai-da-te è rappresentato da donne. Chi si affida alla Rete è convinto di non andare incontro ad alcun pericolo. E infatti il 44 per cento di questi pazienti ritiene che le informazioni trovare in Rete siano affidabili e per nulla rischiose, mentre uno su due si affida ai primi risultati che appaiono sui motori di ricerca, senza controllare le fonti.
Da parte loro, i medici sono sempre più preoccupati. «L'auto medicazione è un fenomeno in continuo aumento dicono -, anche a causa di internet che ormai è diventato il principale alter ego del dottore. I pazienti non si limitano a cercare i sintomi del proprio disturbo, ma attraverso la Rete valutano anche possibili terapie, spesso alternative rispetto a quelle proposte dallo specialista. Tutto questo è molto pericoloso, anche perché i farmaci acquistati online non sono controllati e possono essere dannosi». Proprio per questo recentemente alcuni rappresentanti della categoria hanno deciso di intervenire. E così all'Istituto nazionale dei tumori di Milano, fuori da un ambulatorio medico, è stato affisso un cartello ironico, che poi ha fatto il giro della Rete. L'avviso recitava: «Coloro che si sono già diagnosticati da soli tramite Google, ma desiderano un secondo parere, per cortesia controllino su Yahoo.com». Una frase evidentemente sarcastica, frutto dello sconforto e della preoccupazione degli specialisti che, a volte, nulla possono di fonte ai pazienti tuttologi della salute.
Il problema però non è solo italiano. Anche in altri Paesi i dottori continuano a fare appelli perché si eviti di ricorrere alle cure fai da te.
In Inghilterra, il presidente della Royal pharmaceutical society ha espressamente chiesto di non fidarsi delle diagnosi online, mentre in Belgio è stato trasmesso uno spot in cui si ridicolizza chi ricorre al web per curarsi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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