Salute

Psicosi, lo spessore del cervello potrebbe annunciare l'insorgenza

A condurre lo studio, pubblicato su Jama Psychiatry, sono stati i neuroscienziati della Pittsburgh School of Medicine e dell'Università di Maastricht

Psicosi, lo spessore del cervello potrebbe annunciare l'insorgenza

La psicosi è un termine generico usato per indicare una serie di gravi disturbi mentali che inducono chi ne soffre ad avere difficoltà nel determinare cosa è reale e cosa non lo è. Infatti, gli individui malati sono spesso afflitti da allucinazioni o possono avere anche forti convinzioni e delusioni esistenti solo nella loro mente.

La schizofrenia è solo uno dei disturbi ad essa associati e sintomi psicotici possono verificarsi anche in altre patologie, quali depressione, disturbo bipolare, disturbo post traumatico da stress e da dismorfismo corporeo. Anche se la diagnosi avviene solo nella tarda adolescenza e nella prima età adulta, la sintomatologia il più delle volte inizia a manifestarsi negli anni appena successivi all'infanzia.

Un team internazionale di neuroscienziati dell'Università della Pittsburgh School of Medicine e dell'Università di Maastricht hanno scoperto che le sottili differenze nella forma del cervello presenti nell'adolescenza sono associate allo sviluppo della psicosi. Le stesse, pur essendo minime per essere utilizzate a fini diagnostici, potrebbero contribuire alla creazione di un punteggio cumulativo per la patologia che consentirebbe una diagnosi e un trattamento precoce, nonché terapie mirate. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista "JAMA Psychiatry".

Per l'indagine sono state raggruppate scansioni di risonanze magnetiche strutturali (MRI) di 3.169 partecipanti con un'età media di 21 anni, reclutati in 31 diverse istituzioni. Circa la metà di essi (1.792 soggetti) era stata ritenuta ad alto rischio clinico di sviluppare psicosi. Di questi ultimi, 253 si sono ammalati entro due anni. Osservando tutte le scansioni insieme, gli scienziati hanno scoperto che le persone ad alto rischio di psicosi avevano uno spessore corticale inferiore diffuso. Inoltre, nei giovani che avevano poi sviluppato il disturbo, una corteccia più sottile era maggiormente pronunciata in diverse regioni temporali e frontali.

Con la crescita si verifica un processo di diradamento corticale, tuttavia gli studiosi hanno osservato che, nei partecipanti più giovani (12-16 anni) che hanno poi conosciuto la psicosi, l'assottigliamento era già presente. «Non sappiamo ancora cosa esattamente significhi - ha affermato il professore Jalbrzikowski - ma l'adolescenza è un momento critico nella vita di un bambino. Un periodo per correre rischi ed esplorare, ma anche pieno di vulnerabilità. Potremmo vedere il risultato di qualcosa che è accaduto anche prima nello sviluppo del cervello, ma che inizia a influenzare il comportamento solo durante questa fase di sviluppo».

Fino ad ora i ricercatori hanno principalmente focalizzato l'attenzione su come il cervello delle persone con alto rischio clinico di psicosi differisca in un dato momento.

I risultati dello studio in questione, invece, sottolineano l'importanza della diagnosi precoce e dell'intervento negli individui che mostrano fattori di rischio per lo sviluppo del disturbo, includenti una storia famigliare dello stesso e l'udire voci inesistenti.

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