Rafano, buono per il corpo e per il palato

L’alimento è ricco di minerali e vitamine, è antinfiammatorio e antiossidante. Conosciuto sin dall’antichità per le sue proprietà medicinali, oggi è apprezzato anche in cucina per ricette dal sapore acceso e inusuale

Rafano, buono per il corpo e per il palato

Il gusto è inconfondibile ma il rafano, oltre a quella nota peculiare che può conferire alle pietanze, ha anche numerose virtù che fanno bene alla salute.

Chiamato anche cren o barbaforte, il rafano è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Crocifere. L’Armoracia rusticana, questo il suo nome scientifico, è caratterizzata da una grossa radice biancastra di forma allungata e dal sapore bruciante, da grandi foglie verdi e da piccoli fiori bianchi che compaiono all’inizio dell’estate.

Nativo dell’Europa sudorientale e dell’Asia occidentale, il rafano è da sempre conosciuto per le sue proprietà medicinali. Nell’antichità l’utilizzo di questa pianta era consigliato per favorire la digestione e per contrastare e prevenire lo scorbuto grazie al suo alto contenuto di vitamina C.

Oltre che sul piano del benessere, il rafano, si sa, è molto apprezzato anche sul piano culinario.

Le virtu’ del rafano

Il rafano è ricco di minerali come sodio, potassio, calcio e fosforo, e di vitamine, in particolare la vitamina C. Esso inoltre contiene alcuni polifenoli della classe dei flavonoidi e grazie al suo abbondante contenuto in perossidasi, un enzima antiossidante, coinvolto nei sistemi di difesa della pianta, l’elemento ha trovato grande impiego nel campo della biologia molecolare e nella diagnostica.

Il contenuto dei componenti bioattivi, benefici per l’organismo, è diverso tra la radice e le foglie e varia in base alla specie, alla stagione e al grado di maturazione della pianta. Al consumo di rafano sono state attribuite diverse azioni positive in relazione alle malattie respiratorie, alla digestione e alle infezioni dell’apparato urinario per la sua azione antimicrobica. Il barbaforte svolge un’attività antiossidante e antinfiammatoria.

Non bisogna però accedere nel suo consumo ed è sconsigliato in gravidanza e durante l’allattamento. Il potenziale irritante del cren nei confronti del tratto digerente lo rendono controindicato anche in caso di ulcere gastrointestinali, malattie infiammatorie intestinali, infezioni o altri problemi all’apparato digerente. Infine, bisogna fare attenzione in caso di ipotiroidismo e problemi renali. Esige inoltre cautela anche il solo maneggiare la radice di rafano perché può provocare lacrimazione e, in alcune persone, può causare irritazione, congiuntivite o mal di testa.

Il rafano in cucina

Il cren ha un sapore forte e particolarissimo. Proprio per questo viene abbinato sia con la carne - è perfetto ad esempio con bolliti e salumi - sia con il pesce. Non solo.

Anche i primi piatti possono essere arricchiti da una spruzzata di barbaforte: ne è un esempio la ricetta degli spaghetti al finocchio con pane al rafano e alici.

Utilizzabile sia crudo sia cotto, il cren può essere servito sotto forma di salsa oppure grattugiato. Può essere usato anche per tisane e infusi.

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