Salute

La sinusite cronica può alterare l'attività cerebrale?

A porsi la domanda sul possibile nesso tra sinusite cronica e declino cognitivo sono stati i ricercatori dell'University School of Medicine di Washington

La sinusite cronica può alterare l'attività cerebrale?

Nota anche come rinosinusite, la sinusite cronica è l'infiammazione persistente (la durata minima è di 12 settimane) e a comparsa graduale di uno o più seni paranasali. I sintomi del disturbo sono facilmente riconoscibili e includono: ostruzione nasale con conseguente difficoltà respiratoria, ridotto senso del gusto e dell'olfatto, scarico di muco denso e di colore giallo dal naso, dolore o gonfiore intorno agli occhi, a carico della fronte, a livello delle guance e in corrispondenza del naso. Chi soffre di sinusite cronica deve spesso lottare anche contro altri disturbi, come la scarsa concentrazione e la depressione.

I ricercatori della University School of Medicine di Washington ritengono che vi sia una connessione tra la malattia e alcune alterazioni dell'attività cerebrale, in particolare con le reti neurali che modulano la cognizione, l'introspezione e la risposta agli stimoli esterni. Lo studio è stato pubblicato su "JAMA Otolaryngology-Head & Neck Surgery". Precedenti indagini hanno dimostrato che, molte volte, i pazienti affetti da sinusite cronica cercano assistenza medica non a causa del naso che cola, ma perché la patologia influenza il modo in cui essi interagiscono con il mondo. Non sono, dunque, produttivi: il pensiero risulta difficile e il sonno è pessimo.

Gli scienziati hanno identificato una coorte di studio del progetto "Human Connectome" (un set di dati ad accesso aperto) e focalizzato l'attenzione sul cervello di 1.206 adulti sani di età compresa tra 22 e 35 anni. I dati includevano scansioni di immagini radiologiche e misurazioni cognitive/comportamentali. Tali scansioni hanno permesso di individuare 22 soggetti con sinusite cronica moderata o grave, nonché un gruppo di controllo composto da 22 individui di pari età e sesso senza infiammazione del seno paranasale. Le risonanze magnetiche funzionali (fMRI), che rilevano il flusso sanguigno cerebrale e l'attività neuronale, hanno evidenziato alcune caratteristiche distintive nei partecipanti:

  • diminuzione della connettività funzionale nella rete frontoparietale;
  • maggiore connettività funzionale a due nodi nella rete in modalità predefinita, attiva durante il riposo e il vagabondaggio mentale;
  • dimunuzione della connettività nella rete di salienza, coinvolta nell'integrazione di stimoli esterni, comunicazione e comportamento sociale.

L'entità delle differenze dell'attività cerebrale osservate nei pazienti era parallela alla gravità della sinusite cronica. I partecipanti con infiammazione del seno paranasale moderata o intensa erano stati selezionati tra giovani individui che non mostravano segni clinicamente significativi di deterioramento cognitivo. Tuttavia, le scansioni cerebrali hanno rivelato tutt'altro: sentimenti soggettivi di declino dell'attenzione, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno. Tali problematiche potrebbero essere alla capacità della malattia di generare lievi cambiamenti nel modo in cui le regioni del cervello che controllano queste funzioni comunicano fra di loro.

Il passo successivo sarà quello di studiare la persona a cui è stata diagnosticata la sinusite cronica mediante scansione cerebrale. Queste indagini potrebbero così fornire un trattamento adeguato per la patologia, sia farmacologico che chirurgico. Al termine dello stesso una nuova scansione potrebbe valutare il cambiamento o meno dell'attività del cervello.

Diversamente, si potrebbero cercare molecole infiammatorie o marcatori nel flusso sanguigno dei pazienti.

Commenti