Salute

Terapie digitali: un algoritmo ci curerà?

App, piattaforme intelligenti, videogiochi e software per la realtà virtuale sono utilizzati nelle terapie digitali per curare, prevenire e migliorare il decorso di alcune malattie

Terapie digitali: un algoritmo ci curerà?

Le terapie digitali (o digital therapeutics) sono strumenti terapeutici che si avvalgono di software e algoritmi validati clinicamente. Queste terapie consentono un vero e proprio intervento curativo, ad integrazione o in sostituzione delle terapie farmacologiche tradizionali. Le terapie digitali permettono di incidere attivamente sui comportamenti disfunzionali del paziente, generando, attraverso il digitale, una modifica cognitivo-comportamentale degli stessi.

Una delle caratteristiche prominenti delle terapie digitali è la capacità di coinvolgere il paziente, attraverso meccanismi ludici e la definizione di obiettivi e la condivisione del loro raggiungimento. Questo approccio terapeutico è già praticato con successo negli Stati Uniti, in Austria, in Germania e in Svizzera, ma anche in Italia qualcosa si sta muovendo. Da qualche anno è stata creata una task force, chiamata "Terapie Digitali per l'Italia". La squadra è composta da una quarantina di specialisti, provenienti da differenti ambiti quali l'informatica, la chimica, l'ingegneria, l'economia sanitaria.

Le terapie digitali: un algoritmo come principio attivo

Computer

Cuore pulsante delle terapie digitali è l'algoritmo, un software che agisce come se fosse il principio attivo di un tradizionale farmaco chimico ed è responsabile dell'effetto clinico positivo (beneficio) o negativo (effetto indesiderato). La somministrazione della terapia digitale può avvenire tramite app specifiche, videogiochi, mediante applicazioni di realtà virtuale ed è sempre finalizzata a migliorare l'esito della malattia del paziente.

Creazione e obiettivi di una terapia digitale

obiettiv terapie digitali

La prima fase, condotta in laboratorio, consiste nell'implementazione di un trattamento terapeutico e nella sua digitalizzazione, attraverso la creazione di un App, una piattaforma, un videogioco o un'app di realtà virtuale. Il software così realizzato viene impiegato per lo sviluppo clinico sui pazienti, nello stadio iniziale (o pilota) e poi completo.

Le terapie digitali sono sottoposte a prove di efficacia e sperimentazione clinica. La validazione delle terapie digitali avviene utilizzando gli stessi criteri di sicurezza, efficacia e valutazione degli effetti avversi utilizzati per i farmaci tradizionali. Per migliorare i risultati terapeutici, l'algoritmo (principio attivo della terapia digitale) può essere sia modificato in fase di sviluppo che aggiornato dopo la sua commercializzazione. Ci sono quattro differenti obiettivi che possono essere perseguiti nello sviluppo di una terapia digitale:

  • migliorare una patologia;
  • gestire o prevenire un disturbo medico o una malattia;
  • ottimizzare un trattamento farmacologico;
  • curare una malattia o un disturbo

Quali patologie possono essere curate dalle terapie digitali?

Depressione per terapie digitali

Le terapie digitali possono rivelarsi utili nella cura dell'acufene, delle dipendenze da alcool, nicotina e oppiacei ma anche diabete e ipertensione. Queste terapie si sono dimostrate adatte altresì al trattamento dei disturbi della salute mentale (ansia, depressione e fobia sociale su tutti) e del disturbo da deficit di attenzione (ADHD).

Velibra, la terapia digitale dei disturbi d'ansia

Ansia terapie digitali

Velibra è un'app tedesca ideata per la cura del disturbo di ansia sociale, panico, di ansia generalizzato, purché non ci siano istinti suicidari. L'interazione con il paziente avviene mediante la predisposizione di una serie di domande, rispondendo alle quali si instaura un dialogo empatico con l'applicazione. Il trattamento, della durata di circa due mesi, deve essere prescritto da un medico e viene rimborsato dall'assicurazione sanitaria.

Terapie digitali: un videogioco per curare il disturbo da deficit di attenzione

Videogame bambini

Si chiama Endeavor e, quest'anno, è stato approvato come strumento terapeutico dalla Food and Drug Administration americana. Questo videogioco viene impiegato per la cura del disturbo da deficit di attenzione per iperattività (ADHD), specialmente nei bambini tra gli otto e i dodici anni. Endeavor è un videogame d'azione, specificamente progettato per essere interattivo, accattivante e sfidante per i ragazzini. Questa terapia digitale va assunta con una specifica posologia: sessioni ludiche di venticinque minuti al giorno, cinque volte alla settimana, per quattro settimane consecutive.

L'App reSET: la terapia digitale per l'abuso di sostanze

dipendenze terapie digitali

L'app reSET è stata creata negli Stati Uniti e pensata per fornire un supporto terapeutico a coloro che hanno una dipendenza da sostanze: dalla caffeina alla cannabis, fino all'alcol. Il trattamento favorisce l'astinenza dalle sostanze d'abuso, nonché la permanenza dei pazienti nei programmi di riabilitazione. La durata prevista è di dodici settimane. Attraverso l'applicazion, il paziente è educato a identificare i fattori scatenanti l'abuso al fine di evitarlo. Il soggetto trattato è anche incoraggiato a prendersi la responsabilità delle scelte effettuate, valutandone le conseguenze. Questa terapia è stata approvata dalla Fda (Food and Drug Administration) nel 2017.

Deprexis: curare la depressione con la terapia digitale

Depressione

Sviluppata in Germania nel 2009, questa piattaforma per la cura della depressione negli adulti si è dimostrata così efficace da essere utilizzata stabilmente dagli ospedali tedeschi e svizzeri, dove viene rimborsata dal sistema sanitario.

Basata su un approccio psicologico di tipo cognitivo comportamentale, Deprexis permette un'interazione completamente personalizzata, attraverso un'app dedicata. Scopo del trattamento è quello di permettere al paziente di superare pensieri negativi, rimuginio e schemi di comportamento controproducenti.

Caratteristica della piattaforma è la capacità adattiva del software che, raccogliendo gli input della persona in terapia, genera interazioni significative durante i tre mesi di trattamento.

L'accessibilità per il paziente è totale (24/7) e riservata.

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