I cinisellesi sono gente credulona, così si racconta. Tutto cominciò da una leggenda. Tanto tempo fa, uno di loro tentò di pescare la luna in un pozzo. Lastro, specchiandosi lì dentro, lo ammaliò. Ma come in una delle ballate di Branduardi, venne un bue che bevve lacqua e rovinò lillusione del pescatore. Luomo immaginò allora che la luna fosse finita nel ventre dellanimale, e lì andò a cercarla, uccidendolo. Da quel giorno gli abitanti di Cinisello Balsamo sono chiamati «pescaluna», curioso appellativo preso ora in prestito da uno dei più apprezzati esponenti europei della public-art. Lui è Jochen Gerz, berlinese premiato alla Biennale di Venezia del 1976. «Salviamo la luna» è il titolo che Gerz ha scelto per la sua articolata performance che in due anni ha coinvolto lintera città, con lobiettivo di avvicinare allarte gli abitanti dellarea metropolitana milanese. Levento vuole stimolare una città operaia a riappropriarsi della notte e del tempo libero e allarga la partecipazione cercando un contatto diretto con le associazioni e i cittadini. Dopo due anni di ricerche e set fotografici, i ritratti dei 2734 partecipanti sono ora esposti presso il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello e negli spazi esterni di Villa Ghirlanda, per essere poi restituiti alle persone, finendo nelle case a costituire una collezione pubblica permanente. Il set fotografico è stato portato ovunque: palestre, oratori, stazioni, scuole e perfino il blocco operatorio dellospedale Bassini. Sfilano in cartellone studenti e pensionati, professionisti e casalinghe, commercianti e artigiani, dirigenti e operai, religiosi e stranieri di ogni età.
Facce composte eppure un po folli, coraggiose ed esibizioniste, che hanno partecipato allegramente ma con serietà, in nome dellarte. La mostra chiuderà il 23 settembre. Ingresso libero. Altre informazioni su www.salviamolaluna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.