Arte

Sambonet e la sua "Teoria della forma"

Alla Triennale omaggio al designer che aveva sempre le matite in tasca per tratteggiare il mondo

Sambonet e la sua "Teoria della forma"

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Maia ed Elisa, sorellastre, ma «siamo cresciute insieme», dice Maia Sambonet, figlia di Roberto Sambonet (1924-1995), il pittore, designer, grafico piemontese (nasce a Vercelli), ma adottato da Milano: «Aveva sempre la matita in mano, appena poteva disegnava. Usava questi taccuini - ed estrae dalla borsa un quaderno dalla copertina colorata e rigida- con acquarelli da viaggio e matite». Le incontriamo in Triennale, dove proprio ieri ha aperto la mostra «Roberto Sambonet. La teoria della forma» fino all'8 settembre. Una personale che ispira famigliarità, intimità, amicizia: «È una retrospettiva in linea con la visione estetica di Sambonet, multiforme e varia - spiega Elisa, che è curatrice dell'archivio pittorico dell'artista - Tutto parte dalle fotocopie rosse, una specie di menabò di una mostra che avrebbe voluto fare di tutta la sua produzione». Apprendiamo, infatti, che Sambonet era solito documentare tutto il suo operato «con quelle che oggi sarebbero delle scannerizzazioni» aggiunge Daniele Ledda, che, con Caterina Caredda e Alessandro Daniele, ha curato l'allestimento. Fotocopiava in rosso i suoi lavori in una sorta di archivio in A4: così ogni sezione della mostra è ritmata da una colonna di fogli bianchi e rossi con i lavori attinenti a quella parte specifica. Il che rende merito all'ampiezza e la multiformità di Sambonet, di cui quest'anno si celebra il centenario della nascita: «La critica lo affrontava di volta in volta come pittore, grafico, designer: lui non aveva problemi, si lasciava definire. Ma era fuori da ogni categoria - spiega Enrico Morteo, il curatore-. Sambonet assediava le cose: le guardava e le restituiva da vari punti di vista». Girando per le 130 opere esposte si respira questa multiformità, ma senza confusione: resta il senso di dinamismo e curiosità. Come a salutare i visitatori c'è il suo grande ritratto in fotografia: un sorriso smagliante e il sigaro tra le dita. Tra lunghe finestre che intervallano l'esposizione sono tre le sezioni in cui è scandita la mostra: dagli snodi cruciali della formazione culturale di Sambonet, ai temi e progetti della sua arte scanditi dalle 200 fotocopie rosse. L'ultima sezione riguarda i quadri dedicati al mare, e si chiude sulla collaborazione con Il Sole 24 Ore in cui le sue passioni per i gusti e i sapori del mondo sono pretesti per narrare incontri e scoperte.

Infine, lungo il percorso si trovano approfondimenti

tematici: dalla Rinascente, ai ritratti realizzati in un ospedale psichiatrico, all'esperienza in Brasile, la passione per le cartoline, i ritratti a milanesi illustri.

Info: www.triennale.org. Orari: martedì-domenica ore 11-20.

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