Un lungo applauso ha accolto lingresso in chiesa della bara di G.C., il ragazzo di 16 anni deceduto venerdì sera per un infarto su un campo di calcio durante un allenamento. Ai funerali, svoltisi nella parrocchia di San Barnaba a Tor Pignattara, sono arrivati in tanti per dare lultimo saluto a G.C., soprannominato il «gladiatore» per la grinta che metteva in campo.
Cerano i compagni di squadra del Real Tor Sapienza, gli amici di scuola, centinaia di ragazzi del quartiere e, in prima fila con i genitori, anche il sindaco Veltroni. Il feretro era avvolto con una bandiera gialla e verde, i colori sociali del Real Tor Sapienza. Sopra la bara la maglia della Roma di cui era tifoso, due corone di fiori, quelle del padre e della madre, dei fratelli, tra cui il gemello, che venerdì sera ha visto G.C. accasciarsi sul terreno di gioco. Poi alluscita il coro: «Un gladiatore, cè solo un gladiatore» dei compagni di squadra e di classe si è levato nel cortile della parrocchia. «Il nostro Dio - ha detto il tecnico della squadra - ha fischiato per te la fine della partita della vita. Ma noi scenderemo in campo tutte le domeniche in dodici, perché tu veglierai sempre su di noi».
«Abbiamo letto sul tuo diario una frase che tu avevi appuntato - ha aggiunto un compagno di scuola - su quella pagina cera scritto Solo chi cade può risorgere. Questo eri tu, così, solare e bello, era il tuo carattere. Tu a sedici anni conoscevi già la bellezza della vita».
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