San Giacomo? Solo promesse non mantenute

«Marrazzo ha dato il colpo di grazia alla sanità del Lazio». Recitano così i manifesti che campeggiano da ieri sui muri della capitale e che hanno fatto il loro esordio nella mattinata quando al Forlanini la folta adunanza di consiglieri regionale del PdL ha sfilato per il complesso ospedaliero piuttosto che occupare gli scranni del Parlamentino ed esprimere il loro parere sul piano sanitario che approdava in aula. Il centrodestra a pié pari ha disertato i lavori per dare il via a una campagna di condanna dei 5 anni di amministrazione Marrazzo. Ricordare che sono stati ridotti i servizi senza abbattere il deficit. «Un debito corrente che non decresce e già a maggio scorso - accusa Cursi - al Tavolo tecnico interministeriale, era 680 milioni di euro. A oggi il risparmio potenziale sarebbe di circa 300 milioni di euro. Vale a dire che il debito 2009 è sempre a 1,8 miliardi». «Le cifre sono chiare: Marrazzo in 5 anni ha accumulato 7 miliardi di debiti - dice Donato Robilotta - senza contare che lo Stato ha erogato finanziamenti aggiuntivi per 8,4 miliardi di cui 7,1 per coprire il debito e 1,3 come fondo per il disavanzo annuale». E ancora. «Per questi motivi che - aggiunge il capogruppo Antonio Cicchetti - dopo quattro anni di dibattiti inutili, abbiamo deciso di togliere ogni legittimità all’ennesima esercitazione «chiacchierocratica». Non si dolga nessuno del crudo realismo dei nostri manifesti: chi, alla fine del suo mandato, nomina direttori generali che dureranno in carica tre anni, non comunica i risultati dell’avvenuta verifica sugli altri, evita di censurare gli sprechi delle Asl o gabba i cittadini comunicando loro, in campagna elettorale, finti accreditamenti di Rsa, dimostra di perseguire obiettivi clientelari e non il necessario risanamento».
Del medesimo avviso pure Tommaso Luzzi che definisce il piano sanitario l’ennesima prova dell’incapacità di realizzare progetti concreti. Per gli azzurri di Forza Italia verso il PdL si è giunti alle rappresentazioni periodiche de «il teatrino della politica - commenta Fabio Armeni -. La maggioranza, o almeno quello che ne rimane dopo le defezioni di questi ultimi mesi, ha deciso di non votare nessuna mozione a sostegno della relazione del commissario-presidente. Questo la dice lunga sul livello di condivisione di una pseudo-riforma». Gli fa eco Massimiliano Maselli che aggiunge: «Il consiglio ha rappresentato un’altra giornata inutile ricca solo di tatticismi elettorali». A dare forza al dissenso anche la voce del Campidoglio. Presenti il consigliere comunale Federico Rocca, i consigliere municipali Fabrizio Sequi e Augusto Caratelli.
Ma la giornata di manifestazioni è continuata anche nel pomeriggio quando una delegazione del comitato Trevi, Salviamo il San Giacomo, del Tridente e di Italia Nostra si sono date appuntamento in via Canova assieme al delegato per l’Asl Roma A Pierfrancesco Dauri per sostenere che «il San Giacomo è l’ospedale simbolo del fallimento della politica assistenziale di Marrazzo». «La chiusura dell’ospedale fatta in nome del riequilibrio dei conti non ha fatto recuperare le risorse sperate». Peraltro proprio ieri sarebbe dovuta essere una giornata importante per il San Giacomo. «Da più di un anno il commissario Marrazzo continua a disattendere i suoi annunci. Aspettavamo tutti la scadenza di metà ottobre per l’inizio dei lavori di riconversione. Oggi (ieri n.d.r.) è il 15 e niente è accaduto - taglia corto il consigliere regionale del PdL Fabio Desideri -. Il nosocomio è chiuso come sempre.

Non c’è traccia di cantieri. Nulla. È una vergogna. Non mi risulta che nelle altre regioni europee, spesso citate a esempio dal governatore e dal suo staff aureo, accada quello che sta avvenendo nel Lazio. Il governatore non è più credibile».

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