San Raffaele, nuovo stallo sulla commissione: l’Udc scarica il Pd per votare con il centrodestra

È sempre più travagliato il cammino della commissione d’inchiesta istituita dalla Regione per cercare di far luce sui conti e sulla qualità delle prestazioni offerte dall’ospedale San Raffaele. Un’eccellenza sanitaria finita nella bufera giudiziaria e finanziaria dopo la scoperta di una voragine nei conti. Di qui la decisione del Pirellone di affiancare la magistratura nel tentativo di far luce. Ma si può proprio dire che i primi passi siano stati a dir poco incerti. Prima la nomina di Filippo Penati, l’ex vice presidente del consiglio in quota Pd, dimessosi dopo l’apertura di un fascicolo giudiziario a suo carico e ora unico componente del Gruppo misto. Una scelta dovuta, ma che ha provocato non poche proteste. E le immediate dimissioni di Penati. La scorsa settimana, invece, il primo tentativo di nominare un presidente. Andato a vuoto. E ieri la replica con un’altra fumata nera. Il consigliere del Pd Franco Mirabelli, proposto dai gruppi di minoranza a cui spetta per Statuto la guida delle commissioni d’inchiesta, ha incassato 26 preferenze. Mentre 52 sono state le schede bianche di Pdl, Lega e Udc. Lontano il quorum fissato a 41 voti. A richiesta di una nuova votazione, Pdl e Lega hanno lasciato la commissione, facendo mancare il numero legale per un nuovo scrutinio. Il presidente del consiglio regionale Davide Boni ne ha preso atto, affrontando il problema nella riunione pomeridiana con i capigruppo. Alla ricerca di una soluzione.
Con il Pdl che non rinuncia a far notare come la posizione dell’Udc possa essere un bel segnale di ricomposizione del centrodestra sul modello del Partito popolare europeo. Un laboratorio, quello del riavvicinamento tra Pdl, Lega e Udc in Regione, che già qualcuno vorrebbe riproporre alle prossime elezioni amministrative. Di tutt’altro parere il centrosinistra. «Evidentemente - hanno attaccato in una nota Pd, Idv e Sel - il Pdl non vuole approfondire le ragioni di un buco di un miliardo e mezzo di euro in un ente a cui la Regione Lombardia dà ogni anno un contributo di 600 milioni. E la Lega resta subalterna, nonostante a chiacchiere si presenti come l’alfiere della trasparenza e della legalità». Dura, invece, la posizione dell’Udc. «Chi è causa del suo mal, pianga se stesso», ha tuonato il capogruppo Gianmarco Quadrini. «Questo stallo imbarazzante è sicuramente imputabile alla solita logica bipolare, rissosa e inconcludente. Un braccio di ferro tra una maggioranza che ostenta autosufficienza e una minoranza a trazione giustizialista grazie a Idv e Sel».

Un «intoppo politico-istituzionale» che, secondo Quadrini, «l’Udc ha tentato di sciogliere proponendo una candidatura di sintesi che andasse oltre a queste logiche, ma non è stata né condivisa, né compresa e per questo ci ritroviamo colpevolmente ancora ai blocchi di partenza».

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