San Siro, mistero sulle cifre Oggi la delibera in Comune

Presentata in giunta la modifica della convenzione con le due società: diritto di superficie per 99 anni

Claudio De Carli

La storia infinita della compravendita dello stadio di San Siro riceve oggi un nuovo sussulto: la presentazione in giunta della modifica alla convenzione attuale fra Comune, Inter e Milan che verrà trasformata in diritto di superficie per 99 anni a favore dei due club.
Nella delibera vengono specificati il valore dello stadio, il costo del diritto di superficie, le opere già effettuate e da compiere, soprattutto quelle urgenti per mettere lo stadio in sicurezza secondo le disposizioni del decreto Pisanu, poi i diritti che il Comune, che di fatto ne rimane proprietario, vuole mantenere sull’impianto, quindi la valorizzazione dello stadio. Ma su tutto c’è il coprifuoco: mistero sulle cifre, anche sul costo finale molto prossimo allo zero. Si chiede Alan Rizzi, presidente della commissione sport giovani: «Esiste la volontà politica per chiudere questa trattativa?».
Della cessione dello stadio si parla e scrive dalla nascita del Consorzio San Siro Duemila creato per la gestione dello stadio: 6,5 milioni di affitto annui, la metà dei quali per la sua manutenzione.
In realtà, precisa Rizzi, se ci fosse stata la volontà di chiudere questa trattativa si sarebbe riuscito a farlo da un pezzo. L’assessore allo sport Aldo Brandirali ha tentato in tutti i modi di trovare un accordo, ha prima abbracciato e poi separato il progetto del Quarto anello dalla cessione dello stadio per rendere più semplice la trattativa, ha ritirato la delibera per la costruzione di un nuovo Palazzetto dello sport davanti allo stadio per liberare totalmente l’area, si è sempre comportato con correttezza esemplare e domani compirà l’atto formale di consegnare il problema a chi deve risolverlo. Riflette Alan Rizzi: «Se esiste una reale necessità, se dovessero dirmi che certi lavori sono urgenti, sarei il primo a mettermi a disposizione. Ma non mi risulta che il Prefetto abbia chiamato il Direttore generale Giorgio Porta dicendo che da domani Inter e Milan non possono più giocare a San Siro perché lo stadio non è agibile per problemi di sicurezza. E questa è una delibera importantissima che arriva in un momento politicamente difficile in quanto fra 26 giorni si vota. In giunta passa, ma poi mi riesce difficile pensare a una riunione del Consiglio su questo tema, passano solo le questioni ritenute straordinarie, il giorno stesso della delibera, l’8 e il 15 maggio, non vedo altre date. Questo tema importantissimo sarà lavoro per la nuova giunta, probabilmente al primo posto nel calendario del nuovo assessore allo sport».
In realtà esiste anche la questione del prezzo: fra il valore dello stadio e lo scomputo dei lavori da eseguire e quelli già effettuati dai due club, oltre alle cinque giornate all’anno che il Comune vuole mantenersi a disposizione per qualunque evento, la cifra che Inter e Milan dovranno girare al Comune è vicinissima allo zero.

Non tutti in Consiglio avrebbero capito il rischio che correrebbe l’Amministrazione nel dover far fronte economicamente a tutte le opere necessarie per fare di San Siro uno stadio a cinque stelle, in grado cioè di ospitare grandi eventi internazionali.

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