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Sangalli: «Ora torna la fiducia Poco tempo, ma ce la faremo»

«È un’ottima notizia, adesso si parte». Così il presidente di Fondazione Fiera Gianpiero Cantoni, alla notizia del via libera del Bie. «Un fatto molto importante per il prosieguo dell’Expo nell’interesse non solo di Milano e della Lombardia, ma di tutto il Paese. Noi abbiamo messo a disposizione i terreni e quindi seguiremo attentamente tutte le fasi di avvicinamento all’esposizione universale». Di «segnale positivo che ci dà un nuovo entusiasmo per lavorare insieme» parla Carlo Fidanza, presidente della commissione Expo. «La ritrovata sintonia tra i livelli istituzionali, plasticamente rappresentata a Parigi, è un ulteriore auspicio affinché tutte le scadenze continuino a essere rispettate». Soddisfatto anche Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio e dunque socio di Expo 2015, la struttura che organizza l’evento. «La luce verde concessa dal Bie rimette in corsa l’Expo e finalmente torna un clima di fiducia. Il tempo è stretto, ma il sistema Milano ha tutte le potenzialità per organizzare una manifestazione universale di successo. Nonostante le difficoltà, il mondo delle imprese ci crede ancora». Secondo una ricerca dell’ufficio studi della Camera di commercio, il 50 per cento ritiene che l’evento del 2015 saprà portare grossi vantaggi per Milano e per il 28 per cento avrà comunque un impatto positivo. Si tratta soprattutto di opportunità economiche (24 per cento), nuove infrastrutture (21), lavoro (15). Bene, «ma ora si pensi ai contenuti», l’udc Enrico Marcora. Mentre «il via libera era scontato, il Bie ha semplicemente preso atto della disponibilità delle aree, ma i problemi non sono risolti, si tratta di una indebita valorizzazione di terreni privati da parte di enti pubblici» dice il candidato alle primarie del centrosinistra Stefano Boeri.

«Continuo a dire che il progetto di orto botanico previsto per Expo è sostanzialmente trasfigurato e seppellito sotto una montagna di cemento. Si tratta di 740mila metri quadrati di edifici. Significa distruggere l’orto botanico e con esso l’investimento pubblico. Sono 25 Pirelloni al posto dell’orto botanico».

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