Irpef addio. Una volta tanto i tagli non riguardano né gli stipendi, né i posti di lavoro, né i finanziamenti. Ma le tasse. Proprio così. In Lombardia dall'anno prossimo non si pagherà più l'imposta regionale: azzeramento totale della tassa per i quattro milioni di lombardi che hanno un reddito fino a 15.500 euro e riduzioni per tutti gli altri. Anche il ticket da 10 euro per le visite ambulatoriali specialistiche sparisce da dicembre, così come la tassa sul metano.
Paragonare la Lombardia a un paradiso fiscale forse è eccessivo ma, se non altro, chi convive tutti i giorni con i rincari di casa, alimenti e bollette riuscirà a far quadrare i conti un po' più facilmente. «Attuiamo questa manovra di taglio secco - spiega il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni - proprio nel momento in cui molte regioni sono costrette ad aumentare le tasse sui cittadini perché hanno i conti dissestati. Senza contare che lo facciamo proprio quest'anno che lo Stato ci ha dato 170 milioni in meno».
Il mago dei numeri è l'assessore al Bilancio, Romano Colozzi, che non solo ha fatto quadrare i conti di entrate e uscite ma ha anche permesso di arrivare «alle spese correnti e al costo del debito più bassi d'Italia» con la piena promozione da parte delle agenzie di rating. E ha messo la Regione Lombardia in condizione di poter rifiutare le offerte delle banche mondiali che si sono proposte di concedere finanziamenti su finanziamenti. «No grazie - ha risposto Formigoni - i vostri soldi non ci servono. Gestiamo le risorse con la nostra buona amministrazione». «Pensate - ironizza Colozzi - cosa avremmo potuto fare se avessimo avuto in mano noi il Tesoretto». Per ora basti sapere che, grazie allo stanziamento di 400 milioni di euro da parte di Regione Lombardia, nelle famiglie lombarde l'elenco delle uscite verrà alleggerito di qualche voce. Restano tuttavia in vita il ticket nazionale da 36 euro sulle visite specialistiche e l'Irpef dello Stato «che - critica Formigoni - continuano ostinatamente a chiamare addizionale regionale». Negli scorsi anni in Lombardia ci sono state altre esenzioni in campo sanitario: 70 per cento dei costi in meno per la specialistica ambulatoriale, 50 per cento per la farmaceutica, e 80 per cento per il Pronto soccorso.
La Lega esulta per la gestione «autonoma» delle finanze di casa: «A Roma - interviene l'assessore lombardo al Territorio, Davide Boni - fanno mille proclami sulla Finanziaria senza mai arrivare a risultati effettivi. In Lombardia si arriva ai fatti e si danno numeri precisi».
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