Sanità, uno su 40 prenota già le visite on line

Smart-card, a quattro mesi dal via libera 250mila residenti su 9 milioni e mezzo si sono procurati il lettore Altroconsumo: «Difficoltà tecniche e troppa burocrazia». Regione: «Miglioreremo, ma solo il 10% usa il web»

di Beatrice Bedeschi

Lettore di smart card, non arriva ancora il successo sperato. A quattro mesi dall’entrata in funzione del sistema sanitario informatizzato in Lombardia, infatti, su 9 milioni e mezzo circa di residenti, 250mila si sono procurati il lettore per accedere ai servizi online della Regione. Uno su 40. Il sistema, lanciato con una massiccia campagna pubblicitaria a novembre, prevede l’utilizzo di un apparecchietto - il lettore di smart card, appunto - che va collegato al computer e dentro al quale va inserita la propria tessera sanitaria. Stando a quanto promesso dalla Regione, così facendo si può fra le altre cose avere accesso alla propria cartella clinica, scegliere il medico di base e soprattutto prenotare visite specialistiche direttamente da casa. A distanza di mesi, però, quest’ultimo servizio, uno dei più allettanti per i cittadini, funziona solo nella provincia di Como. «I servizi online tramite lettore di smart card sono solo un aspetto minoritario di un sistema (realizzato nell’arco di 10 anni e costato complessivamente oltre 500 milioni di euro, ndr) che ha reso la Lombardia la prima regione a mettere in rete ospedali, medici di base e farmacie - spiega Alberto Daprà, presidente di Lombardia Informatica, la società pubblica legata alla Regione che ha sviluppato il sistema -. Certo, ci sono alcuni aspetti organizzativi da migliorare, ma chi si serve dell’online non sarà mai più del 10 per cento degli utenti. La maggior parte della gente prenota le visite tramite call center». «C’è una netta discrepanza fra i servizi promessi e quelli che il cittadino può effettivamente utilizzare - replica Laura Filippucci di Altroconsumo -. Oltre al problema della prenotazione delle visite c’è anche la lentezza con la quale i dati vengono caricati: molti di quelli che hanno dato la propria disponibilità vedono tuttora solo parte degli esami e delle visite che hanno fatto in passato». A questo si aggiungono le difficoltà tecniche del sistema: il lettore di smart card, ad esempio, è a spese del cittadino. Fra ottobre e il dicembre è stato venduto in allegato ai quotidiani a 7 euro e 50 in più, ma ora che l’offerta è conclusa chi vuole procurarselo deve comprarlo nei negozi ad un prezzo molto più alto: 40 euro in media. Possedere il lettore comunque non basta: bisogna richiedere l’apposito Pin alla Asl locale, e, una volta a casa, dare il consenso, tramite internet, al trattamento dei dati personali, senza il quale la pagina personale non viene creata. Una trafila che ha fatto perdere utenti per strada: secondo i dati della Regione, il 48% dei lombardi ha dato il proprio consenso (35% dei milanesi), mentre solo il 44 per cento ha ritirato il Pin (36% dei milanesi) e appena 250-300mila (contando anche chi lo ha comprato nei negozi) è arrivato all’acquisto del lettore di smart card, senza il quale i passaggi precedenti sono inutili. «Entro la fine del 2009 il servizio di prenotazione degli esami sarà attivo in tutte le provincie - promette Daprà -. Ma abbiamo anche altri obiettivi più importanti: il collegamento, entro due anni, di tutte le strutture private convenzionate e soprattutto la ricetta medica elettronica.

La Lombardia è l’unica, grazie al sistema informatico, a poter sperimentare questo servizio, che permetterà al cittadino di recarsi direttamente in farmacia con la ricetta “digitale”, caricata dal medico di base sulla carta dei servizi. Allo stesso modo, si potrà inviare il certificato medico di malattia direttamente da casa all'Inps e al proprio datore di lavoro».

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