La Santa giustizia Una cella, 4 tribunali e un giudice unico

RomaSusanna Maiolo, la giovane donna svizzera originaria di Frauenfeld che la notte di Natale ha fatto cadere il Papa, sarà giudicata dalla giustizia vaticana. Sembra questo l’orientamento delle autorità d’Oltretevere, che hanno piena giurisdizione nello Stato della Città del Vaticano, dentro i cui confini ricade la basilica di San Pietro. Il piccolo Stato vaticano ha il suo proprio ordinamento giudiziario, composto da quattro tribunali «statali»: un giudice unico, un Tribunale, una Corte d’Appello e una Corte di Cassazione.
Il presidente del Tribunale dello Stato vaticano è il professor Giuseppe Dalla Torre, il quale però ha anticipato al Tg2 che non è stata presa ancora alcuna decisione in merito alla processabilità della donna, in quanto prima sarà necessario valutare attentamente il suo stato mentale. La Maiolo, già in passato ricoverata in una struttura psichiatrica svizzera, si trova ora in un centro di salute mentale a Subiaco.
La maggior parte delle cause di cui si occupano i tribunali dello Stato vaticano sono cause di lavoro. Ma ci sono anche altri contenziosi. Capita anche qualche causa penale, per lo più furti o ancora – come nel caso della notte di Natale o quello accaduto nel giugno 2007, quando un giovane tedesco aveva tentato di salire sulla jeep papale – di tentativi di avvicinarsi indebitamente al Pontefice da parte di persone disturbate. In Vaticano esiste una cella per tenere in custodia una persona per qualche ora o per qualche giorno, ma non ci sono carceri, e dunque, nel caso la giustizia d’Oltretevere dovesse comminare condanne che prevedono la prigione, dovrebbe affidarsi al sistema carcerario italiano, sostenendo le spese.
Per casi anche gravissimi, come l’omicidio-suicidio del 1999 che coinvolse il capo delle Guardie svizzere Alois Estermann e la moglie Gladys Meza Romero, uccisi dal vicecaporale Cedric Tornay, il Vaticano ha preferito svolgere in proprio le indagini affidate alla gendarmeria.

In base a quanto sancito dal Concordato, le autorità inquirenti vaticane, se vogliono, possono sempre chiedere per via diplomatica l’assistenza degli organi investigativi italiani anche se i reati sono stati commessi dentro il perimetro dello piccolo Stato.

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