Santa Rita, Asl e Regione rinuciano ai risarcimenti per aiutare i pazienti

Al processo contro la cosiddetta «clinica degli orrori» il Pirellone e l'Azienda sanitaria non chiederanno soldi per il danno di immagine così da favorire il pagamento delle vittime delle operazioni inutili o dannose

Asl e Regione Lombardia hanno rinunciato a chiedere il risarcimento del danno di immagine alla clinica Santa Rita per agevolare invece il risarcimento dei danni patiti dai pazienti che sarebbero stati operati inutilmente. Lo ha dichiarato oggi l'avvocato dell'Azienda sanitaria locale, Francesca Norreri, ai giudici della quarta sezione penale davanti ai quali si sta svolgendo il processo a quella che è passata alle cronache come la «clinica degli orrori», in occasione delle repliche delle parti. Il legale ha ricordato al collegio che la casa di cura, in qualità di imputato ai sensi del decreto legislativo 231/2001 sulla responsabilità delle società per i reati commessi dai dipendenti, nel gennaio 2009 ha già risarcito con 7 milioni il danno erariale provocato con la falsificazione dei codici di rimborso degli interventi in occasione del suo patteggiamento. Asl e Regione si sono poi costituite parte civile anche nel dibattimento a carico dei medici accusati di lesioni volontarie gravi e gravissime a un'ottantina di pazienti, lamentando il danno di immagine patito dal sistema sanitario in relazione al loro operato.

In questa sede la casa di cura è coinvolta non più come imputato, ma come responsabile civile. Oggi, dunque, la rinuncia a ulteriori richieste di risarcimento alla spa. Il processo intanto si avvia verso la conclusione. La camera di consiglio dei giudici per decidere la sentenza è fissata per il 25 ottobre.

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