Santoro alza la posta: «Cosa c’è da spiegare?»

La Cdl all’attacco Gasparri (An): «Abbiamo presentato un esposto all’Agcom»

da Roma

Ci risiamo. Le lancette dell’orologio tornano improvvisamente indietro di qualche anno. E la piazza televisiva di Michele Santoro, camaleontica ma sempre uguale a se stessa anche sotto il marchio «Annozero», finisce sotto i riflettori della polemica politica con la consueta accusa di faziosità. È l’impallinamento in diretta di Clemente Mastella e delle istanze cattoliche sui Dico a far discutere i due schieramenti. Ma anche la discussione su eventuali sanzioni che potrebbero colpire il conduttore.
Il creatore di Samarcanda ed ex europarlamentare diessino, di fronte al montare delle accuse, ha compiuto una prima contromossa. Santoro - informato di una richiesta di Claudio Cappon che ha invitato il direttore di Rai Due, Antonio Marano, a preparare una dettagliata relazione su quanto accaduto giovedì sera - è intervenuto chiedendo al direttore generale della Rai di dirgli più chiaramente quali punti dovrebbe chiarire. Una richiesta accompagnata da una postilla non casuale: «Il direttore generale dal quale peraltro dipendo». Una formula pensata per smarcarsi dal rapporto gerarchico con il suo direttore di rete e forzare la mano, rimettendo la questione direttamente nelle mani di Cappon.
Sullo sfondo della diatriba interna a Viale Mazzini si incrociano gli imbarazzi dell’Unione e le richieste di interventi disciplinari avanzate dal centrodestra. «Se altri manifestano a favore di Santoro, si tenessero lui al governo e io vado al suo posto, visto anche che sono un ex-collega giornalista della Rai e non sono prigioniero politico del governo» dice Clemente Mastella. La sinistra radicale continua, però, la sua azione di interdizione e difesa del conduttore. Anche se i distinguo nell’Unione non mancano, seppure pronunciati a mezza bocca. Il responsabile Informazione dei Ds, Roberto Cuillo, per esempio, ritiene che «Santoro abbia il diritto di fare il giornalista e Mastella il diritto di replicare ma ci vorrebbe più sobrietà e comunque a me le parolacce in tv non piacciono». Lo stesso Cuillo annuncia, però, che «stiamo lavorando per far tornare anche Luttazzi».
Sull’altro fronte il centrodestra imbraccia le armi della polemica.

Maurizio Gasparri annuncia di aver «presentato un esposto all’Autorità delle comunicazioni, cui seguirà una analoga iniziativa presso la magistratura, per chiedere interventi contro la Rai per la violazione delle norme a tutela dei minori». Una iniziativa che dovrebbe portare alla «rimozione di Cappon».

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