Santoro è annoiato: ora vuole lasciare la Rai Ma medita di fare ancora il martire esiliato...

Dalla piazza alla piazza. L'idea della conduzione alternata ha mandato su tutte le furie il giornalista, che medita l'addio. Proprio come l'anno scorso. Il conduttore di Annozero non vuole trattare le dimissioni con Masi: adesso medita ancora una volta di fare il martire esiliato

Santoro è annoiato: ora vuole lasciare la Rai 
Ma medita di fare ancora il martire esiliato...

Ci mancavano solo i piduisti e le targhe alterne. Sembra di sentirlo Santoro, quello fatto di carne e ossa, che sbotta: «Mo’ non ne posso più, vado da quelli e straccio il contratto». Poi, però, subito dopo, prevale l’altro Santoro, quello feticcio del popolo di sinistra, che ci ripensa:«Ma come faccio a mollare?Mi darebbe­ro del vigliacco che abbandona il campo nel momento peggiore della battaglia». Però l’idea di riprovare (ci ten­tò già a maggio scorso creando un enorme casino) a lasciare la Rai e a porre fine alla defatigante lite con i vertici della Tv di Stato si fa strada nella mente del tribuno di Annozero. I suoi adepti lo descrivono come sempre più stanco di rintuzzare ogni settimana i tentativi del dg Masi di abbassare i toni della sua trasmissione e provato dalla diffi­cile posizione di «martire» che i «de­siderata» di Berlusconi da una parte e quelli dei suoi fan dall’altra gli han­no appiccicato addosso. In più i particolari che emergono dall’in­chiesta dei pm napoletani Henry John Woodcock e Francesco Cur­cio sulla presunta P4, gli fanno pensare che una bella vacanza gli farebbe tanto bene. Secondo le indagi­ni (riferiva ieri Il fatto quotidia­no), ci sarebbe un personaggio estraneo alla Tv di Stato, quel Luigi Bisignani che avrebbe aiu­tato il direttore generale Mauro Masi a «costruire un addebito disciplinare» per Santoro, con­sigli che poi sembra non siano stati applicati. Particolari, que­sti, cui ha riposto ieri il dg asse­rendo che con il giornalista «ci sono contrasti forti ma sempre trasparenti».

La questione è che, in questa vicenda, sia Masi sia Santoro si trovano in un cul de sac . Il diret­tore generale, cui spetta il com­pito di riequilibrare i program­mi di approfondimento, può in­traprendere tutte le fantasiose iniziative che vuole per blocca­re Santoro, ma tanto prevarrà sempre la sentenza del tribuna­le. Il giornalista, invece, non si può permettere di deludere il suo popolo-spettatore-eletto­re. Michele per tornare a tratta­re le sue dimissioni ( che vorreb­be dire finire le puntate a giu­gno e non tornare a settembre) ha bisogno di due condizioni: avere un interlocutore diverso da Masi e aggrapparsi a un ca­sus belli di quelli così nefasti da zittire pure i fan più sfegatati. Vediamo il primo punto: con Masi non può discutere la resa, è il suo arci-nemico, quello che ha mandato a vaffan... bicchie­re in diretta, quello che non ha firmato i contratti di Travaglio e Vauro, quello che impedisce al pubblico in studio di applaudi­re. E poi ci ha già provato lo scor­so anno (l’accordo prevedeva un pacchetto di dieci milioni tra risoluzione del rapporto e re­alizzazione di docu- fiction): è fi­nita male perché la notizia si seppe prima della firma del con­­tratto, provocando la reazione furente del popolo di Annoze­ro . Potrebbe però accettare di trattare con un eventuale suc­cessore sulla poltrona di dg: ma­gari con Lorenza, lei, la candida­ta più probabile, che tra l’altro ha in mano le chiavi di tutti i contratti in Rai, occupandose­ne attualmente come vice dg. Ma l’addio di Masi è ancora un’ipotesi: dipende da molte variabili collegate alla tornata di nomine che dovrebbero av­venire nelle prossime settima­ne ai vertici delle società pubbli­che.

Poi ci vuole il casus belli. Per questo, arriverebbe a proposi­to l’app­rovazione dell’atto di in­dirizzo proposto da Alessio But­ti in Commissione vigilanza Rai che prevede un’alternanza dei programmi di approfondi­mento, una settimana quelli più orientati a sinistra e un’al­tra quelli più a destra. Figurarsi se Santoro accetterebbe una so­luzione del genere: non presen­ziare la prima serata al giovedì dove ormai è il re incontrasta­to... giammai! Piuttosto si licen­zierebbe: appunto. Però, an­che qui, appare difficile che la proposta di Butti possa concre­tizzarsi. Sulla questione Santo­ro è tranchant : «È politicamen­t­e aberrante e in termini televisi­vi è ridicola e inapplicabile».

Comunque, la

corda è sem­pre più tesa. E se, da qui a giu­gno, si combinassero alcuni eventi favorevoli, magari Mi­chele si convincerebbe davve­ro a dedicarsi alle sue amate do­cu- fiction... da produrre ester­namente alla Rai.

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