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«Sarà la stagione dei congressi a far rifiorire il Pdl in Liguria»

Più che mai ora, all’indomani di una così ampia verifica democratica della volontà degli elettori, si impone una profonda riflessione e un’altrettanto approfondita capacità di decisione da parte delle forze politiche e istituzionali, a cominciare proprio dal Popolo della Libertà. Per questo – da cittadino e da esponente in carica del Pdl, in quanto Vice Coordinatore Provinciale Vicario – mi pare di poter cogliere un fondamentale sollecito dalle consultazioni regionali, e in particolare da quella che si è svolta in Liguria che del resto è storicamente, non dimentichiamolo, terra di elezione di proposte innovative anche in campo politico-amministrativo, come una sorta di «laboratorio delle idee» destinate ad essere esportate e interpretate a livello nazionale. L’analisi del voto, dunque, ma soprattutto, più in generale, la considerazione puntuale dello «stato delle cose» dal punto di vista delle aspettative dei cittadini, impongono risposte certe, esaurienti e molto chiare. A partire dal rilancio del nostro partito, che ancora una volta, pure in ambito locale, ha ricevuto dagli elettori un mandato di prestigio, ma anche di responsabilità.
Un mandato che però, io credo, richiede da parte nostra l’attenzione di tutte le azioni conseguenti, così bene indicate nella Carta dei valori del partito e ribadite con assoluta convinzione dal Presidente Silvio Berlusconi e dai massimi dirigenti nazionali e regionali, tra i quali mi pare doveroso citare l’Onorevole Claudio Scajola, Ministro dello Sviluppo Economico.
Sono queste azioni programmate esattamente a suo tempo nella Carta dei Valori le autentiche «linee guida» che è essenziale trovino applicazione, nei tempi e nei modi giusti, e con il consenso unanime di dirigenti, iscritti, simpatizzanti e quanti si riconoscono nella famiglia solidale del Popolo della Libertà. Giova ricordare, fra l’altro, la prospettiva di organizzare in concreto le assise congressuali, nelle loro varie articolazioni: congressi metropolitani e provinciali, fino all’ulteriore, auspicata sintesi a livello regionale, per l’elezione dei diretti responsabili, anche nella prospettiva di configurare nella giusta dimensione ruoli, funzioni, competenze operative.
Va da sé che questa fase non va intesa affatto come una «sterzata», una correzione di rotta o peggio una sconfessione o una smentita di quanto è stato fatto finora, nella fase di rodaggio del posizionamento del partito, bensì come una opportuna e puntuale evoluzione del percorso statutario tracciato e, contemporaneamente, come adeguato riscontro delle istanze della «base», cioè di quel tessuto composito ed entusiasta, articolato ma anche fidelizzato al grande disegno strategico di Berlusconi che costituisce il patrimonio più genuino del Pdl e la forza trainante, nonché lo stimolo del nostro impegno e della nostra capacità di interpretarlo. Tale dev’essere pertanto l’«abito» del Pdl, che del resto si pone come movimento autenticamente popolare, ma non populista, democratico ma non demagogico, forza responsabile ed efficiente per il cambiamento lineare, non traumatico della società. Un cambiamento lineare, non traumatico, ribadisco, che non può non tradursi al suo interno, nella stagione congressuale ma ovviamente non solo con essa.

Da qui, il conseguente, notevole «effetto indotto» che potrà estendersi alla realizzazione delle riforme istituzionali. L’auspicio è che sia ben compresa la sfida cui siamo chiamati, a tutti i livelli di responsabilità. .
* Vice Coordinatore Provinciale Vicario
Pdl Genova

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