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Saviano martire per Max: la finta morte in copertina Lui: "Cinica speculazione"

La nuova copertina di Max: Saviano, disteso su un lettino da obitorio, il sudario verde, i ferri che gli sostengono la testa, al piede il cartellino identificativo in stile Csi. Lo scrittore si dissocia: "Fotomontaggio di dubbio gusto". Disguido nei commenti

Saviano martire per Max: 
la finta morte in copertina 
Lui: "Cinica speculazione"

Roma - Alla fine fu incoronato eroe. Il corpo martoriato - anzi, martirizzato - evocato dalla foto choc pubblicata dal mensile Max è quello dell'immancabile Roberto Saviano. Lo scrive oggi La Stampa, ripresa dall'agenzia Il Velino. Disteso su un lettino da obitorio, il sudario verde, i ferri che gli sostengono la testa, al piede il funereo cartellino identificativo in stile Csi: il giornalista torna, prepotente e a sua insaputa, a ingombrare una prima scomoda. Dopo le accuse di Borriello su GQ, Max dedica la copertina del prossimo numero in edicola a San Saviano martire: un'operazione per santificare un eroe che non ne ha bisogno.

Una fotografia carica di polemiche L'elaborazione a photoshop firmata dallo specialista Gian Paolo Tomasi è un pugno alla bocca dello stomaco che innescherà inevitabilmente molte polemiche: "Hanno ammazzato Saviano". Il giornalista martirizzato occupa le prime due pagine del mensile, in una posizione di assoluto rilievo che ha il peso di un editoriale. "Una provocazione, un’immagine forte", commentano dal periodico Rcs, già noto per l’intervista che, quest’inverno, costò a Morgan la partecipazione al Festival di Sanremo. "Diciamo che non ce l’abbiamo fatta più di sentir gente attaccare Saviano - spiega Andrea Rossi, direttore della testata - la goccia che ha fatto traboccare il vaso son state le dichiarazioni di Marco Borriello. A quel punto ci siamo detti basta".

La polemica con Borriello L’attaccante rossonero aveva dichiarato a GQ che Saviano aveva "lucrato sulla nostra città di Napoli. Non c’era bisogno che scrivesse un libro per sapere cos’è la camorra. Lui però ha detto solo cose brutte e si è dimenticato del resto". Era seguito, dopo qualche giorno, un parziale ammorbidimento di quelle dichiarazioni. "Certo, Borriello - continua Rossi - ma in questi mesi è stato un continuo: Emilio Fede, Berlusconi che pure di Saviano è anche l’editore. Ma insomma qual è il problema, la camorra o Saviano che la camorra la combatte? Mi pare che il gioco che si profila sia quello della delegittimazione: svalutate ciò che dice per isolarlo, poi se arriva quello che lo fa fuori". Saviano non è stato avvertito del fotomontaggio. "Almeno non direttamente, abbiamo preparato l’immagine senza parlargliene - conclude Rossi - dopo l’ha sicuramente saputo, tramite Repubblica, e il suo agente Denis Santachiara. Finora, comunque, non mi ha telefonato. Davvero non so come l’abbia presa".

Saviano si dissocia  "Trovo il fotomontaggio che mi rappresenta morto in obitorio di cattivo gusto". Così lo scrittore commenta la fotografia che apparirà nel prossimo numero del mensile Max (in edicola venerdì). "Un’immagine - dice Saviano - utilizzata per speculare cinicamente sulla condizione di chi come me in Italia e all’estero vive protetto. Un’immagine profondamente irrispettosa per tutti coloro che per diversi motivi, spesso lontano dai riflettori, rischiano la vita. Tutta questa pressione sulla mia morte, poi, lascia sgomento me e la mia famiglia.

A ogni modo rassicuro tutti: non ho alcuna intenzione di morire".

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