Saviano riscrive Benedetto Croce per aiutare i teoremi della sinistra

Roberto Saviano non è nuovo a incidenti di questo tipo ma questa volta la foga con cui ricerca il colpo a sensazione gli ha tirato un brutto scherzo perché lo ha portato a colpire, maldestramente, un’icona della cultura nazionale del calibro di Benedetto Croce, il padre dell’idealismo, insieme a Giovanni Gentile il più grande filosofo italiano del Novecento.
Croce fu teorico del pensiero liberale, autore di una sterminata produzione fra cui opere fondamentali della filosofia quali la Logica e L’estetica, tradotte e studiate ancora oggi nelle migliori università del mondo. Ma il suo fu anche un esempio di impegno civico e rettitudine morale. Su questo gigante della cultura nazionale generazioni di studiosi, anche da lui ideologicamente distanti, hanno espresso apprezzamento. Non così per Saviano che è incorso in un errore storico biografico grossolano che ha offeso non poco gli studiosi e gli eredi del filosofo. Nel volume Vieni via con me, edito da Feltrinelli, nel quale si raccolgono i monologhi televisivi, Saviano ripropone la vicenda del terremoto di Casamicciola dove Croce perse l’intera famiglia e a cui sopravvisse miracolosamente. Scrive Saviano: «Nel luglio del 1883 il filosofo si trovava in vacanza con la famiglia a Casamicciola, a Ischia. Era un ragazzo di 17 anni. Era a cena con la mamma, la sorella e il padre. A un tratto vide suo padre ondeggiare e subito sprofondare sul pavimento, mentre sua sorella schizzava in alto verso il tetto. Terrorizzato, cercò con lo sguardo la madre e la raggiunse sul balcone, da cui insieme precipitarono. Svenne e rimase sepolto nelle macerie. Per molte ore il padre gli parlò, prima di spegnersi. Gli disse: “Offri 100mila lire a chi ti salva”. Benedetto sarà l’unico superstite della sua famiglia massacrata dal terremoto».
«Una superficiale ricostruzione, condita di particolari, non irrilevanti, falsi», avverte Marta Herling, nipote diretta di Croce, «fatta per piegare una storia vera a esigenze ideologiche e scenografiche del personaggio Saviano». Croce perse effettivamente tutta la famiglia nel tragico terremoto e lui stesso ricostruirà quella vicenda ma la storia delle 100mila lire e l’esortazione del padre morente a pagare i soccorritori è inventata dallo scrittore di Gomorra. Marta Herling è la figlia di Lidia Croce e di Gustav Herling, a sua volta uno dei maggiori scrittori polacchi del XX Secolo. La professoressa mostra con orgoglio le Memorie della mia vita, saggio del 1902, dove lo stesso Croce raccontò la distruzione della sua famiglia. «Nel luglio del 1883», annota Croce, «mi trovavo da pochi giorni, con mio padre, mia madre, mia sorella Maria, a Casamicciola, in una pensione chiamata “Villa Verde”, quando la sera del 29 accadde il terribile terremoto. Ricordo che si era finito di pranzare.... Vidi in un baleno mio padre levarsi in piedi e mia sorella gettarsi nelle braccia di mia madre; io istintivamente sbalzai sulla terrazza, che mi si aprì sotto i piedi, e perdetti ogni coscienza. Rinvenni a notte alta, e mi trovai sepolto fino al collo, e sul mio capo scintillavano le stelle, e vedevo intorno il terriccio giallo.... Chiamai al soccorso per me e per mio padre, di cui ascoltavo la voce poco lontano... Verso la mattina fui cavato fuori da due soldati e steso su una barella all’aperto. Mio padre, mia madre e mia sorella, furono rinvenuti solo nei giorni seguenti, morti sotto le macerie».
Dunque, in nessuno dei testi che riportano la scrupolosa testimonianza di Croce si fa menzione dell’esortazione del padre a dare 100mila lire a chi lo avesse salvato. L’invenzione di Saviano difetta anche del criterio della verisimiglianza perché 100mila lire nel 1883 era una cifra gigantesca. «I classici si riportano testualmente, non si piegano secondo i propri comodi», chiarisce la professoressa Herling, «è facile comprendere perché Saviano lo abbia fatto. Il testo è inserito nel capitolo “Il terremoto a L’Aquila”, dove lo scrittore punta ad accreditare la tesi della speculazione. Il messaggio che Saviano ci vuole comunicare e imporre è quello delle mazzette, allora per Casamicciola, ora a L’Aquila. La storia che si ripete, il malcostume dal quale non sarebbe stato immune, sia pur sotto l’urgenza di una tragedia, un grande uomo come Croce». Peccato, per Saviano, che non sia vero e che Croce non abbia mai pagato nessuno e fu tirato fuori dalle macerie da due bravi soldati.


A volte si rimane prigionieri delle tesi che si vogliono dimostrare a tutti i costi perdendo di vista la verità. Qualcuno sostiene che sia colpa di internet, delle bufale che vi circolano, vale la pena ricordare che in Germania un ministro si è dovuto dimettere per non aver riportato correttamente una citazione.

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