Scacco alla Ue Mosca tiene chiusi i rubinetti

Scacco all’Europa: la Russia chiude ancora i rubinetti del gas, tra i consueti scambi di accuse tra Mosca e Kiev. In mattinata Gazprom aveva pompato una piccola quantità di metano in un solo gasdotto che attraversa l’Ucraina, ma subito il flusso si era fermato: gli osserevatori Ue che finalmente hanno avuto accesso alle sale di controllo hanno confermato che nemmeno una molecola di gas stava passando ieri sera. Il presidente dell’Europarlamento, Hans-Gert Poettering, si è detto «molto preoccupato» dagli ultimi sviluppi nella controversia. «Ciò che sembra chiaro - ha osservato Poettering in una nota da Strasburgo - è che il promesso ripristino delle forniture di gas all’Ue non si è realizzato». E per i Paesi del Centro e dell’Est Europa si profila la possibilità di un razionamento. Più ottimista il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che si è detto non preoccupato, e ha aggiunto: «Non posso che capire le ragioni di Gazprom». Ma l’Italia si fornisce anche da Algeria e Libia.
Ma perchè non arriva il gas? Ufficialmente Gazprom parla di cause «di forza maggiore», mentre l’Ucraina sostiene che ci sono «problemi tecnici». Due definizioni molto generiche, anche se il premier ucraino Yulia Timoshenko ha parlato di «pressione troppo bassa».
Che comunque la situazione stia mettendo duramente alle corde l’Ue lo si vede dal fatto che le autorità di Bruxelles hanno evitato accuratamente di delineare qualsiasi responsabilità, mettendo i due Paesi sullo stesso piano. Non solo, ma si è visto che inizialmente gli osservatori europei non erano stati messi di fatto in condizione di svolgere il loro compito, più tardi però la situazione si è sbrogliata. Ma il gas ha continuato a non affluire e Bruxelles ha alzato leggermente i toni affermando che «i consumatori europei non possono essere ostaggio di un conflitto bilaterale tra due Stati che hanno obblighi da rispettare». L’Ue, comunque, non ha nessuna carta da giocare per ottenerne il rispetto.
Mosca si difende dall’accusa di voler fare un uso politico del gas, sia verso l’Ucraina, sia verso l’Europa: «Persino durante il conflitto con la Georgia non abbiamo interrotto il nostro flusso di gas verso Tblisi a dimostrazione che non vogliamo fare dell’energia una arma politica», ha detto Constantin Kosachev, presidente della commissione Affari internazionali della Duma russa. Ma, intanto, i russi accusano gli Usa di appoggiare politicamente Kiev. Secondo fonti russe citate da Apcom, Mosca sta aspettando Obama per voltare pagina. E, di fatto, il blocco del gas ha pesanti risvolti politici anche verso l’Europa che si trova completamente inerme in questa situazione. L’obiettivo sarebbe convincere il mondo occidentale che non conviene fare entrare l’Ucraina nella Nato o nell’Unione europea. E il gas si sta dimostrando un’arma ben più potente dei missili.

Da Mosca sempre Apcom riferisce che Putin ha affermato che il poco gas inviato oggi era destinato ai Balcani, i più colpiti dalla crisi: oggi nella capitale russa arrivano i premier bulgaro e slovacco. Due ex satelliti dell’ex Urss.

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