Scade il contratto, niente rinnovo Si mettono all’asta su Youtube

Lavoriamo da sei anni ma il nostro contratto non può essere rinnovato oltre

Da oggi chiunque stia cercando un nuovo dipendente o sia a conoscenza di un posto di lavoro vacante, non deve fare altro che connettersi a YouTube e partecipare all’asta inaugurata questa mattina. Proprio così: non è uno scherzo, piuttosto una minaccia che ieri undici centraliniste, o meglio ex-centraliniste, dell’ospedale di Legnano hanno lanciato, con tanto di filmato su Internet, in segno di protesta. All’origine della querelle ci sono sei anni di lavoro precario presso il call center dell’azienda ospedaliera, prestati con la massima serietà da una decina di donne: alcune sono mamme, sole e monoreddito.
Ieri però il licenziamento, quasi «in tronco». Motivo? «Per effetto del decreto Brunetta il loro contratto non può essere rinnovato», ha reso noto Ornella Cameran, collega delle neo-disoccupate e rappresentante Rdb-Cub di Legnano. Quindi l’iniziativa delle «prime vittime del decreto Brunetta» - così si sono definite le telefoniste - di mettersi all’asta in cambio di un posto di lavoro. Dietro al tono provocatorio e al di là della stranezza dell’iniziativa, emergono la tristezza e la volontà delle neo-disoccupate di non arrendersi, di non accettare in silenzio la brusca fine del loro lavoro. Un impiego che non solo svolgevano con impegno e dedizione, ma con cui tutte si mantenevano e che in alcuni casi era un’entrata fondamentale per tutta la famiglia. Eccole allora all’azione, decise a farsi sentire: ieri hanno manifestato via web con cartelli dai messaggi tutt’altro che ambigui: «No allo sfruttamento dei precari» o «Riceveremo la colletta dal sindacato. Vergognatevi!». Oggi hanno dato il via ad un’originale asta on line, dove «in vendita sarà qualcosa di molto diverso, come un’idea, un pensiero», ha svelato la Cameran. E chissà che tra i partecipanti qualcuno sia disposto a offrire una bella occupazione che loro desiderano più di tutto. Il fatto che l’abbiano persa è effettivamente riconducibile al decreto legge emanato dal ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta.
Secondo la normativa, infatti, il rinnovo del contratto precario non può avvenire per coloro che hanno prestato servizio per un periodo superiore a tre anni in un quinquennio. Tuttavia, a determinare l’interruzione dell’attività delle donne non è un’unica causa, ma quantomeno due. La seconda è rappresentata dalla gestione del centralino dell’ospedale di Legnano. Il servizio sarà affidato a un call center siciliano che, stando a fonti non ufficiali, avrebbe già intrapreso strade discutibili.

In attesa di vedere come andrà l’asta, sarebbe curioso sapere che cosa pensi Bossi dello «sbarco» siculo nella cittadina simbolo di Alberto da Giussano e di buon augurio una parola della Ferilli, centralinista nel film Tutta la vita davanti, alle sue «colleghe».

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