La prima della Scala, nonostante le apparenze, non è una serata per pochi. E non solo perché la vera prima è stata l’anteprima di ieri riservata ai giovani, gli under ventisei che si sono seduti in teatro al prezzo simbolico di dieci euro. L’effetto “psicologico” ed economico si diffonde in maniera benefica su tutta la città anche in altri modi. I negozi, i ristoranti e gli alberghi fanno più affari del solito. Le stime della Camera di Commercio quantificano in 750mila euro l’effetto immediato della prima sull’economia cittadina.
La serata è aperta a un pubblico più vasto. Ai circa duemila ospiti ufficiali del Piermarini, si aggiungono coloro che assistono in diretta su Sky Classica e in differita di un’ora su Artè. Gli anziani possono partecipare alla prima dal Teatro Dal Verme, dove lo spettacolo è trasmesso in contemporanea. Inoltre, il Don Carlo arriverà in diretta in decine di cinema italiani, da Torino a Genova a Bologna a Firenze, e in alcune sale dell’hinterland. Si potrà vedere l’opera e ascoltare Verdi all’Argentia di Gorgonzola, al Cristallo di Cesano Boscone, al Duse di Agrate Brianza, al San Luigi di Cuggiono.
Senza contare l’eco nazionale e internazionale, che effonderà i suoi effetti positivi ben oltre la serata. L’opera sarà trasmessa in diretta in alta definizione sugli schermi del Louvre e in numerosi teatri di varie città degli Stati Uniti, tra le quali New York, Baltimora, Philadelphia e Los Angeles. Al Louvre e al Miller Theatre della Columbia University è già tutto esaurito. La Emerging Pictures, che insieme con Rai Trade si occupa dell’evento negli Stati Uniti, trasmetterà la prima in diretta anche in 23 città europee.
E veniamo ai conti. «L’impatto della prima è oltre il doppio rispetto a una rappresentazione normale» spiegano dalla Camera di commercio, che è anche socio fondatore della Scala. Un discorso ancora più vero in tempo di crisi economica. Come sintetizza Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio e della Camera di commercio cittadina, «la Scala è un simbolo vero di Milano e attorno ai simboli, nei tempi rapidi e frammentati come è questo, si giocano identità, appartenenze e competitività». Ecco perché nel 2008 più che mai, il debutto di stagione al Piermarini rappresenta «un momento di riferimento per tutti i milanesi anche una risorsa significativa per l’economia diffusa di una Milano moderna e competitiva».
Il giro di affari intorno alla recita di Sant’Ambrogio, come dicevamo, è di 750mila euro, contando sia le spese dei milanesi in ristorazione e acquisti, che l’effetto del turismo d’opera: italiani e stranieri a Milano in occasione del Don Carlo spendono in alberghi e cene fuori.
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