Dovendo scegliere, meglio Nina Moric di Wagner, i nudi sul calendario piacciono più della Scala. In tempo di tagli al bilancio e di priorità da ridefinire, lazienda guidata da Marco Tronchetti Provera si è trovata a decidere su che cosa investire. E si è ritirata dal teatro lirico milanese. Un trauma economico e culturale per il Piermarini, nelle cui casse la Pirelli versava due milioni e settecentomila euro lanno. Non è un addio definitivo, almeno nella forma. Tecnicamente, si tratta di una sospensione di contributi per il 2008 e poi si vedrà. Enrico Micheli resta come rappresentante della Pirelli nel consiglio damministrazione della Fondazione fino al 2009. Ma anche se non tutto è perduto, è difficile negare limpatto della perdita e credere in un recupero perché luscita di Tronchetti Provera è stata graduale: nel 2005 ha lasciato il consiglio damministrazione mantenendo i finanziamenti, adesso toglie i fondi.
La decisione è stata annunciata allassemblea dei soci fondatori del 3 dicembre, durante lapprovazione del bilancio previsionale del 2008, ultimo momento utile per dare alla Fondazione tempi e modi per recuperare. «Faremo fund raising straordinario» minimizzano dal teatro, dove si cerca in ogni modo di evitare nuove polemiche e ulteriori tensioni in vista del 7 dicembre.
La lettera indirizzata a Letizia Moratti, sindaco e presidente della Fondazione, con cui Pirelli esce, sottolinea che «non cè alcuna polemica ma anzi grande apprezzamento per il lavoro svolto». Si legge: «La nostra scelta è legata a una ristrutturazione e a un ridimensionamento delle risorse disponibili». Inoltre, Pirelli «non esclude singole iniziative in futuro». Ed è ciò in cui conta la Scala: lazienda si è associata fin dalla sua istituzione, nel 1996, alla Fondazione del Teatro con la quota minima, a suo tempo stabilita in 520mila euro, poi salita fino ai 2 milioni e settecentomila euro dello scorso anno con il picco massimo del 2005, quando tra contributo ordinario e straordinario Pirelli aveva versato 3,582 milioni di euro. A rafforzare limpegno la partecipazione diretta del presidente, Tronchetti Provera, che ha fatto parte del consiglio damministrazione fino al settembre del 2005.
Indubbiamente luscita mette un po in difficoltà in un momento in cui il teatro e il sovrintendente, Stéphane Lissner, sono a caccia di fondi per la contrattazione integrativa indispensabile a scongiurare il rischio dello sciopero. Ancora ieri Lissner ha incontrato i delegati sindacali e dopo un lungo incontro si è raggiunta unipotesi daccordo. I dubbi riguardano il contributo straordinario promesso che non sarebbe dellentità attesa.
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