Scambio Sea-Serravalle: il rebus del conguaglio

Il premier Mario Monti è pronto a «sbloccare» i 45 milioni che il Comune deve ancora incassare dal fondo F2i per il 30% di Linate e Malpensa. Ieri il ministro alle Infrastrutture Corrado Passera ha firmato il decreto che renderà operativo il contratto di programma tra Sea ed Enac sottoscritto lo scorso settembre e che - tra l’altro - ridefinisce l’aumento delle tariffe aeroportuali a carico delle compagnie. É il passaggio a cui è vincolata (da bando di gara) la seconda tranche per l’acquisto delle quote Sea: a dicembre infatti F2i ha versato 340 dei 385 milioni, dopo la firma del Dpcm e i 60 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dovrà liquidare a Palazzo Marino anche gli altri 45.
E oggi Comune e Provincia accelerano sullo scambio di quote Sea-Serravalle concordato la settimana scorsa. Si vedranno a Roma il presidente Guido Podestà (lì per un impegno come consigliere della Cassa depositi e prestiti) e l’assessore Tabacci per firmare una lettera di intenti cui seguirà a giorni il Protocollo d’intesa da sottoporre al voto dei rispettivi consigli. «Nomineremo una terna di società di revisione che stabilirà il delta tra il 14,56% di Sea detenuto dalla Provincia e il nostro 18,6% di Serravalle, chi deve pagare la differenza di valore e quanto» spiega Tabacci. É abbastanza scontato che sarà Palazzo Isimbardi, gli arbitri stabiliranno la cifra. Palazzo Isimbardi arriverà a circa il 54% del capitale e «dovrà ricapitalizzare l’azienda - prevede Tabacci, -, perdere il controllo e scendere anche al 20% per reggere i 7-8 miliardi di opere per Brebemi, Tem e Pedemontana». Affare che «potrebbe interessare a Cdp».
L’assessore rivendica la paternità dello swap («avevo proposto io lo scambio a settembre a Podestà, non altri»). Nel mirino anche ieri in Commissione Partecipate a Palazzo Marino il primo bando Sea (sotto la lente della Procura), il Pdl parla di «svendita» a F2i specie se ora scatterà una seconda gara a pochi mesi di distanza. Tabacci rivendica ancora la trasparenza e puntualizza, «io avrei preferito il bando unico Sea-Serravalle sarebbe, ci saremmo liberati delle autostrade, ma qualcuno in giunta prima e in aula poi ha insistito per la doppia offerta, il 30% di Sea». Non cita l’assessore Stefano Boeri, che caldeggio prima e difese dopo l’opzione. Riferisce invece di incontri avuti dopo la gara deserta su Serravalle il 12 settembre con tutti i vertici delle società finanziarie che operano a Milano «colloqui utili per capire la situazione del Bilancio», dall’allora ad di BancaIntesa Passera, a Mediobanca, Cdp e il patron di F2i Vito Gamberale che «non vedevo dal 2005». Con lo scambio di quote il Comune salirà a circa il 70% di Sea e «si potranno fare diverse considerazioni» su vendita e quotazione».

Per il capogruppo Pdl Carlo Masseroli «dopo il grave errore ora il Comune metta in vendita il 51% con una grande gara internazionale». Tabacci coglie l’assist e registra «a futura memoria». La sinistra forse un pò meno.

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