Da oggi scatta l’aumento di dieci euro sul ticket per le visite specialistiche. Che quindi costerà 46 euro e non più 36. Ma la Regione Lombardia corre ai ripari e sta studiando un modo per tamponare il salasso. I tecnici e gli avvocati del Pirellone oggi presenteranno un bozza di proposta non tanto per cancellare ma almeno per ammorbidire l’aumento. E domani gli assessori ne discuteranno in un vertice convocato per capire i reali margini della manovra. È vero che la novità colpisce solo per chi ha un reddito medio alto e non le fasce più deboli, ma il Pirellone cercherà comunque di attutire l’effetto post manovra. I cavilli da by-passare però sono tanti: se la Regione non applicasse il ticket rischierebbe la citazione per danno erariale da parte dello Stato per la mancata riscossione di una tassa prevista per legge. Quindi è obbligata a metterlo in atto. E se trasferisse i soldi per coprire gli aumenti levandoli da qualche altra voce di bilancio, sacrificherebbe qualche altro servizio. Non si sa ancora quindi quale strada seguire contro il caro salute. Quel che è certo è che si eviterà di ricorrere alla Corte costituzionale come era stato pensato nel 2007 contro l’aumento di 10 euro imposto dal governo Prodi. Mentre si lavora per un aggiustamento della manovra nazionale, a livello regionale si cercherà di rendere il più morbido possibile la botta economica che colpirà un lombardo su quattro. «Volendo - spiega l’assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani- potremmo trovare la cifra necessaria per evitare l’aumento del ticket. Basterebbe limare altre spese ». Ma farlo vorrebbe dire un’altra volta «cedere» a un meccanismo che la Lombardia vuole cambiare da tempo. Cioè il solito sacrificio richiesto, senza fine, alle regioni virtuose. «Stavolta vogliamo andare fino in fondo- spiega Bresciani. É urgente applicare costi standard e federalismo. Ora siamo costretti ad applicare la legge e va bene. Dura lex sed lex ma mi auguro che questa sia la vera fine del centralismo. Sostengo Tremonti e lo stimo, ma è ora di applicare il federalismo, non si può più rimandare». L’opposizione di centrosinistra è per la linea dura e cioè chiede di cancellare i 10 euro in più sulle ricette per le visite specialistiche. Così come hanno fatto l’Emilia Romagna,la Liguria e come ha annunciato di voler fare il Veneto. Ma forse non sanno che così facendo la Lombardia non rispetterebbe la legge. Altro capitolo di aumenti è quello in farmacia imposto dall’Aifa sui farmaci generici. Già la Regione Lombardia ha messo a disposizione un milione di euro per coprire la differenza sullo scontrino ma il provvedimento sperimentale è scaduto a giugno e bisognerà decidere il da farsi per i prossimi mesi. Va bene tutto, commentano al Pirellone, ma la Regione non ha risorse infinite per coprire ogni aumento.
Di fatto da oggi chi ha bisogno di una prescrizione medica per le visite specialistiche o per gli esami pagherà 10 euro in più: i terminali degli ospedali sono già stati aggiornati in automatico e tarati sui nuovi importi. E così se fino a ieri fare un esame di emocromo costava 3 euro, da oggi costerà 13 euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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