Le scelte di Fincantieri sul lavoro, assicurazione per il futuro

(...) La Fiom sostiene che tali condizioni ledano diritti indisponibili dei lavoratori. Ma quali? Il diritto di sciopero non viene eliminato, né l'orario di lavoro aumentato oltre i limiti di legge, né si impongono comportamenti contrari a norme imperative di legge. In compenso quali siano le controproposte non è francamente chiaro. O meglio: lo è troppo! Non si deve cambiare nulla perché va tutto bene così com'è, salvo la disponibilità a rivedere alcuni aspetti della turnistica, nei limiti dell'attuale Ccnl. Questo non aiuta certo a migliorare il deprimente 87º posto... Alle volte bisogna avere una visione un poco più ampia: è inutile avere un paese dai diritti dei lavoratori perfetti, ma abitato solo da disoccupati! Parlando di Fiat, ad un ligure non può che venire in mente il caso Fincantieri e i due cantieri di Riva e Sestri Ponente. Anche in questo caso bisogna tenere presente che uno Stato liberale non può sindacare o, peggio, pensare di imporre scelte gestionali ad un'impresa privata, salvo che questa non si avvalga di denaro pubblico per funzionare. L'eventuale chiusura di un cantiere sarebbe indubbiamente un colpo forte all'economia ligure, ma se non chiudere comportasse un tracollo della stessa Fincantieri, saremmo di fronte ad un colpo tremendo per l'Italia! Il compito della politica, e anche del Governo, non è quello di gestire le situazioni puntuali imponendo proprie strategie imprenditoriali a chi l'imprenditore fa per mestiere: piuttosto è quello di creare delle condizioni generali di mercato equilibrate che consentano di contemperare al meglio i diritti di chi fa impresa per lucro e di chi in queste imprese lavora. La classifica dell'Heritage Foundation ci dice che in tre anni siamo passati dal 60º all'87º posto e che evidentemente dobbiamo mettere mano ad una riforma strutturale della burocrazia amministrativa aziendale, del sistema fiscale e del mercato del lavoro. È un compito titanico che si può affrontare solo se ci decideremo a togliere le lenti dell'ideologia e dell'ipocrisia ed impareremo a gridare meno e ad ascoltare di più i pareri diversi dai nostri. Il mio sogno è che la politica nel nostro paese torni ad essere confronto e non più scontro.

Le urla dell'una e dell'altra parte forse scalderanno qualche cuore, ma non risolveranno mai i problemi e soprattutto non permetteranno a nessuno di noi di donare ai nostri figli un Paese migliore di quello che abbiamo ereditato.
*tesoriere regionale del Pd

assessore del Comune di Santa Margherita Ligure

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