In scena l’odiosa partigiana Agnese

In scena l’odiosa partigiana Agnese

Il 9 e 10 aprile arriva «Agnese odiosa Agnese» al Teatro Garage di Genova, spettacolo ironico e innovativo che affronta temi attuali quali la solitudine e il confronto tra le generazioni: «Non si tratta di un testo storico o celebrativo sulla resistenza: quello che andrà in scena è uno spettacolo che vuole analizzare il confronto tra due generazioni, tra l'adolescente Marco e l'anziana Agnese, ex staffetta partigiana»; così Marco Pasquinucci, che insieme a Davide Tolu e Ilaria Pardini ha dato vita alla compagnia teatrale Officine Papage, resasi protagonista lo scorso anno di Tegras, una rassegna di teatro in collaborazione con il Comune di Genova, rivolta a scuole medie e licei, che ha visto oltre 3000 tra adolescenti e bambini coinvolti in più di 40 spettacoli teatrali. «Il teatro non è solo un mezzo di intrattenimento, ma può e ha anche una funzione sociale ed educativa: la nostra compagnia lavora anche in Lombardia e Toscana, e proprio a Capannori abbiamo portato in scena lo spettacolo «Il Quaderno di Gigi», rivolto ai bambini delle elementari per spiegare loro l'importanza di riciclare la carta».
Il progetto «Agnese odiosa Agnese» è nato dalla comune passione di Davide Tolu e Marco Pasquinucci per il libro di Renata Viganò, L'Agnese va a morire: «Ci si immagina che un drammaturgo rimanga chiuso nella sua stanzetta, pensando al prossimo testo da scrivere: il nostro progetto è nato da un dialogo, alla base del quale c'era sicuramente il romanzo di Viganò, ma anche l'osservare la solitudine di tanti adolescenti. Questa è la prima produzione di prosa della nostra compagnia Officine Papage, e ha già ottenuto alcuni importanti riconoscimenti nazionali, quali la menzione al Premio Nazionale Il Camaleonte e il terzo posto al Premio Teatro In Divenire, e arrivando finalista al Premio Fondi - La Pastora».


I tormenti adolescenziali vengono quindi messi a confronto con l'esperienza di un'anziana partigiana, per arrivare a un dialogo, attraverso momenti legati alla memoria di lei e ai dubbi di lui, il tutto intermezzato da un personaggio surreale come l'esattore del canone Rai, che non riesce ad accettare l'idea che la protagonista non possegga un televisore: «Il personaggio di Agnese è stato “costruito” proprio sulla base del libro di Viganò: il modo di pensare, di parlare, la sua forza di carattere sono al 100 per cento l'Agnese di Viganò, ma la vicenda, è ovvio, è tutt'altra».

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