Il Sandokan «taroccato» che il Sandokan autentico (per quanto trasferitosi «allaltro capo del mondo»...) incontra nel racconto del nostro Stenio Solinas ha un nome e un cognome veri: Francesco Schiavone. Soprannominato per lappunto «Sandokan» per una leggera somiglianza con lattore indiano Kabir Bedi che impersonò leroe salgariano in un celebre sceneggiato televisivo degli anni Settanta, Schiavone divenne famoso per le lotte di potere avvenute nella sua cittadina natìa, Casal di Principe (dovè nato il 6 gennaio 1953), soprattutto negli anni Settanta e Ottanta. Arrestato prima nel 1990 e poi nel 1998 in un bunker del suo paese natale, è stato condannato allergastolo per associazione di stampo mafioso. Attualmente, per i reati di camorra da lui commessi, è sottoposto al regime carcerario speciale previsto dallart. 41 bis della legge sullordinamento penitenziario. In casa di Schiavone, allatto dellarresto, furono rinvenuti dipinti di sua realizzazione, e moltissimi libri, fra cui diverse opere su Napoleone Bonaparte. Il 16 giugno scorso, durante le fasi finali del processo «Spartacus» che si svolgeva presso il tribunale di Napoli, Schiavone è comparso in videoconferenza dal carcere de LAquila dove era detenuto, dichiarando di non voler comparire in video e di non essere considerato come una fiera in gabbia. Il 19 giugno, con la conclusione del processo, è stato condannato definitivamente alla pena dellergastolo, insieme ad altri componenti del clan dei Casalesi.
Alludienza finale, in aula era presente anche lo scrittore Roberto Saviano che nel suo libro Gomorra sui pezzi grossi della camorra dedica a «Sandokan» ampio spazio. Successivamente alla condanna, il 28 giugno Schiavone è stato viene trasferito nel carcere di Opera (Milano), dove rimane sotto il regime del 41 bis, ossia il carcere duro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.