In tempi non sospetti avevamo detto e scritto: «Qualcuno lo fermi». Sottinteso, qualcuno prenda il signor Michael Schumacher, il campione d’auto più vincente di tutti e tempi, e gli eviti, per il suo bene, di fare la figura del merlo più grande di tutti i tempi. All’epoca ci si riferiva alla sua voglia matta di corse in moto. Purtroppo, però, nessuno l’ha fermato e lui, ammettiamolo, è stato anche un filo sfigato. Unica attenuante: non c’è di mezzo una moto.
Tutto accade domenica pomeriggio a Lydd, amena località del Kent. Un furgone Ducato uguale uguale tranne che nel colore - un blu intenso - a quello usato nella celebre pubblicità di Schumi camuffato da giardiniere, sfreccia lungo la strada che attraversa la cittadina. Alla guida c’è proprio kaiser Schumi: sta raggiungendo il vicino aeroporto privato dove il suo jet ha già i motori caldi. Succede tutto in un attimo: Michael vede una Fiat davanti a lui procedere lenta con alla guida due anziane signore, decide di superarla ma si ritrova un signore a bordo strada che armeggia con la saracinesca del negozio. Il poveretto si chiama Martin Kingham, sta mettendo una barra di sicurezza sull’inferriata. Il Ducato lo urta di striscio e «io mi ritrovo con la faccia a terra» dirà l’uomo al Daily Mirror. «Quando ho capito chi mi aveva investito - confiderà Kingham -, ho pensato di aver subìto una commozione cerebrale... Schumacher era sceso e mi stava urlando dietro (“ma che cavolo stavi facendo in mezzo alla strada?”) come se fossi io nel torto. Così ho chiamato la polizia».
Il Mirror racconta che gli agenti giunti sul posto, come di regola in Inghilterra, hanno subito fatto a Schumi il test dell’alcol (versione però smentita da un comunicato della polizia inglese). «È stato un arrogante, dopo gli accertamenti se n’è andato senza neanche guardarmi o scusarsi - rivelerà invece l’uomo investito -. Alla sera ho raccontato tutto a mia moglie ma, sul momento, neppure lei mi ha creduto. Sono fortunato ad essere ancora tutto intero».
La portavoce di Schumi confermerà l’accaduto precisando che nessuno si è fatto male, che Michael ha collaborato con la polizia, smentendo però categoricamente che fosse stato sottoposto a un test anti alcol. Quanto al quesito supremo, che cosa diavolo ci faceva Schumi con un furgone, la portavoce preciserà: «Era un viaggio privato, nulla di promozionale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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