Schwanewilms: «Volevo fare la giardiniera»

Parla il soprano scelto da Claus Peter Flor per il concerto dell’Orchestra Verdi

Piera Anna Franini

Dopo una settimana dedicata alle linee pure e cristalline del Cinque e Settecento, l’Orchestra Sinfonica Verdi si prepara a sfoggiare ricchi impasti timbrici con un tuffo nel tardo romanticismo. Quello di Wagner (Idillio di Sigfrido), Mahler (Adagio dalla Decima sinfonia) e Strauss (Vier letzte Lieder), terna d’autori presentata ieri, oggi (ore 19.30) e domenica (ore 16) all’Auditorium in largo Mahler.
Il direttore Claus Peter Flor per i Vier letzte Lieder ha chiamato Anne Schwanewilms: donna solare, di gran temperamento che, ci racconta, da grande avrebbe desiderato occuparsi di giardinaggio e a un certo punto lo ha pure fatto. Poi s’è accorta d’avere una voce: aveva 24 anni, non proprio una fanciulla prodigio, capace tuttavia di bruciare tutte le tappe e diventare “la Schwanewilms”.
Ha in repertorio Bartók, Berg, Gluck, Mozart, Schumann, Schreker, Verdi, Wagner e Weber, ma ora è attorno a Strauss che si muovono repertorio e fama di questo soprano. «Di Strauss ho cantato praticamente tutto, mancano all’appello Arabella, che debutterò nel 2008 a Francoforte, e Capriccio, altra partitura che ho già messo in cantiere non so dove e quando lo affronterò per la prima volta ma di sicuro accadrà», assicura.
Milano l’ha conosciuta nel maggio 2005 quando agli Arcimboldi vestì i panni di Chrysothemis nell’Elektra diretta da Semyon Bychkov. Ora si prepara al vero debutto alla Scala, il prossimo gennaio.

Quali difficoltà tecniche comporta Strauss? La Schwanewilms è franca: «È un autore con cui sintonizzo perfettamente, ammetto di non avvertire particolari difficoltà. Richiede fiati lunghi lunghi, insomma tanta aria nei polmoni… » e chiude il discorso con un sorriso.

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