Milano - Estendere l'uso obbligatorio del casco a tutti gli sciatori. È questa la proposta avanzata dagli esperti intervenuti al ministero della Salute per la presentazione dei dati del «Simon», il sistema di sorveglianza degli incidenti in montagna, attivato dal 2003 dall'Istituto superiore di sanità, in collaborazione con il Corpo di addestramento alpino della polizia e dei carabinieri. La legge del 2003 che regola la «sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa e da fondo» obbliga tutti i ragazzi fino a 14 anni a indossare il casco. Dai dati raccolti, è stato rilevato, però, che solo il 17% degli incidenti al cranio o alla faccia, interessa i bambini entro i 14 anni di età. Non solo, ma grazie all'uso del casco, è proprio in questa classe di età, che si è registrata la riduzione maggiore. Le percentuali sono -20,1% nei giovani, contro il -9,3% negli adulti. I dati dimostrano, inoltre, come il rischio di contrarre un trauma alla testa non sia così raro. In uno scontro tra due persone (l'11, 3% degli incidenti), l'infortunato accusa lesioni alla testa con una percentuale più che doppia rispetto alla caduta accidentale. Se, infatti, il trauma cranico si presenta nel più del 10% dei casi di infortunio osservati al Pronto soccorso, in caso di scontro la percentuale sale al 26%.
«Casco obbligatorio per tutti gli sciatori, e non solo per i ragazzi fino a 14 anni. Istituzione di un corpo di volontari che affianchi e integri il lavoro delle forze dell'ordine sul controllo lungo le piste». Ad avanzare queste proposte, a seguito dei gravi incidenti che stanno funestando la stagione sciistica 2007, è il senatore dell'Alto Adige/Suedtirol, Oskar Peterlini, presidente del gruppo «Per le Autonomie» a Palazzo Madama. «Il casco obbligatorio - sottolinea Peterlini - contribuirebbe, in materia notevole, a ridurre i gravi traumi al cranio, come evidenziano i dati del Sistema di sorveglianza degli incidenti in montagna dell'Istituto superiore di sanità e del Corpo di addestramento alpino di polizia e carabinieri. Grazie al casco i traumi al cranio sono diminuiti tra i ragazzi del 20%». Il presidente del gruppo «Per le Autonomie» lancia, quindi, la proposta di «creare un Corpo di volontari che, coadiuvando le forze dell'ordine, svolga un servizio di sorveglianza, con poteri sanzionatori, lungo le piste: «Questo Corpo si potrebbe creare in coordinamento tra le associazioni di volontariato (sportive, di montagna e di soccorso), i gestori degli impianti e gli stessi enti locali».
Peterlini, oltre a pensare alla eliminazione degli incroci di piste, «per evitare gli scontri frontali», ritiene necessarie «pene più severe, con il ritiro anche dello skipass, per chi va troppo veloce sulle piste e per chi fa uso di sostanze stupefacenti o abuso eccessivo di alcol.
«Queste mie proposte - conclude Peterlini - sono contenute in un'interrogazione urgente che ho presentato ai ministri dell'Interno, degli Affari regionali e dello Sport, Giuliano Amato, Linda Lanzillotta e Giovanna Melandri».
D’accordo anche i deputati Massimo Vannucci (Ds), Dario Franceschini (Margherita) e altri hanno presentato alla Camera un disegno di legge per estendere l'obbligo del casco protettivo e inasprire le sanzioni previste dalla legge n. 363 del 2003 nei confronti degli inadempienti: «Chi non dovesse rispettare la norma verrà punito anche con il ritiro dello skipass».
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