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Il grande giorno della Fede: la Tigre si è ripresa la neve

Brignone, scarponi, sci e prime curve a Cervinia. Mamma Ninna: "Un altro passo avanti". Oggi bis

Il grande giorno della Fede: la Tigre si è ripresa la neve
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Mentre ad Olimpia si accende la torcia di Milano-Cortina, Federica Brignone riaccende la fiamma nel suo cuore e comincia un suo personale viaggio, rimettendo gli sci per qualche curva in campo libero, all'ombra della Grande Becca.

Fuoco, neve, speranza e poco più di due mesi di tempo per tornare a sognare. Lei lo ha detto più volte: «Non è un'Olimpiade che può ritoccare quello che ho fatto in carriera». Vero. Il sogno, però, resta. E ieri, come dice mamma Ninna Quario, «lei ha fatto un ulteriore passo avanti». Prima c'era stato quello di accettare quanto accaduto ad aprile, ormai 8 mesi fa; poi quello di alzarsi in piedi, lasciare le stampelle, a fine giugno; riprenderle a fine luglio; quindi dimenticarle di nuovo. Ora è arrivata la neve.

La nebbia avvolge il Cervino, ma non toglie il sorriso a Fede. Si scalda con i soliti esercizi, allaccia lo scarpone con un sospiro, al caldo dell'ovovia. La ferita enorme resta appena sopra e non fa male. Poi giù per qualche giro sulla pista 5, da Plan Maison a Cretaz. C'è Davide, fratello ed allenatore, c'è il fido skiman Mauro Sbardelotto, c'è Federico Bristot, il fisioterapista del centro JMedical di Torino che l'ha rimessa in piedi, seguendo «una missione». Gli sci sono, ovviamente, quelli da turismo e non da gara. Va bene così: a Federica mancava tutto questo, la sera insieme per la cena, il vento della mattina che ti incalza, il team. In una parola, tutta una vita. Ieri c'è stato anche il tempo per un caffè ad un rifugio da dove Fede si è collegata con un programma radio per parlare di Due Vite, il libro appena dato alle stampe da mamma: «Mi ha fatto un regalo», dice Quario.

Oggi si fa il bis sulla neve. Le sensazioni sono buone, non c'è dolore, ma la strada è lunga. Domani Brignone rientra ai box, a Torino per vedere come starà la gamba. Quindi, se tutto ok, di nuovo sulla neve a Courmayeur e «stavolta ci sarò anche io», dice Ninna.

La tigre è tornata: tutti le chiedono dei Giochi e del ruolo di portabandiera che spetta a chi le Olimpiadi poi le disputa davvero. Lei ricaccia il pensiero: per ora quella fiamma si è riaccesa. E che sia Olimpia o Cervinia è già così bello aver ricominciato il viaggio.

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