Scienza L’Italia inventa la mano bionica: è una protesi, ma la muove il cervello

«L’uomo da sei milioni di dollari». Questo era il titolo del serial televisivo trasmesso negli Stati Uniti tra il 1974 e il 1978 che aveva come protagonista Steve Austin, un pilota militare a cui in seguito a un incidente quasi mortale erano stati applicati degli organi bionici. Quello che trentacinque anni fa era solo nella fantasia di alcuni autori televisivi oggi è realtà. Collegare il cervello di un soggetto amputato di mano a una protesi biomeccatronica a cinque dita indipendenti, andando a prendere il segnale direttamente dall’area del cervello che controlla i movimenti della mano e dei nervi del braccio, ottenendo come risposta dall’arto robotico tutti i movimenti inviati come ordine dal sistema nervoso del paziente. È quanto è riuscito a un gruppo di medici e bioingegneri della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (Sssup) e dell’Università Campus Bio-Medico di Roma (Ucbm), che hanno così compiuto un nuovo importante passo a livello mondiale verso protesi mosse dal cervello «in maniera naturale». La mano bionica a cinque dita indipendenti, realizzata dalla Scuola Sant’Anna di Pisa nell’ambito del progetto LifeHand, è stata impiantata il 20 novembre 2008 in un uomo italo-brasiliano al quale la mano era stata amputata fino a metà avambraccio in seguito a un incidente stradale. L’intervento, eseguito nel Campus Biomedico di Roma, è stato condotto da un gruppo composto da neurologi, ortopedici, neurochirurghi e bioingegneri. La mano è direttamente controllata dal sistema nervoso del paziente grazie a quattro elettrodi realizzati dall’azienda tedesca Ibmt e impiantati nei nervi mediano (all’altezza del polso) e ulnare (avambraccio). Grazie agli elettrodi è stata creata un’interfaccia che permette al sistema nervoso del paziente di «dialogare» con la mano artificiale.

In questo modo diventa possibile trasmettere, fra mano e paziente, comandi di movimento e sensazioni tattili. Ed è così che oggi l’uomo riesce a guidare il movimento della sua mano bionica, stringendo il pugno chiudendo le dita come una pinza e muovendo il mignolo.

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