Politica

Gli scienziati: «Una scelta solo politica»

Raffaela Scaglietta

da Roma

Botta e risposta su Repubblica tra Eugenio Scalfari e il ministro Livia Turco. Il ministro della Salute difende il nuovo incarico del direttore scientifico dell’istituto Regina Elena, Paola Muti, medico e professore ad Harvard e New York e la conseguente «cacciata» del professore Francesco Cognetti, affermato ricercatore in ambito internazionale. Attaccata in primis, da Eugenio Scalfari, poi dalla sua coalizione, il ministro Livia Turco, conferma la sua decisione e rincara la dose affermando che la nomima è avvenuta come reazione alla conferma del posto di Cognetti all’istituto di cura e di ricerca oncologica da parte di Berlusconi.
A sollevare il polverone sul caso «Muti-Cognetti» è stato un editoriale di Eugenio Scalfari che, domenica, nell’articolo intitolato «il cambio di poltrone ai tempi dell’Ulivo», ha citato il caso del Regina Elena, come esempio di una nomina politica poco trasparente del nuovo governo.
«Il professor Cognetti era stato nominato per la prima volta alla direzione scientifica del Regina Elena nel 2001 - ha replicato ieri Livia Turco, nell’articolo - dall’allora Commissario straordinario dell’Istituto. In prossimità della scadenza del suo incarico ed essendo nel frattempo cambiate le norme per le nomine, sarebbe spettato al ministro della Salute confermarlo o no. Berlusconi lo confermò nel modo e nei tempi che sappiamo. Avrei dovuto confermarlo anche io? A leggere i tanti appelli dei politici e parlamentari evidentemente sì».
Ma Scalfari risponde subito al ministro: «È una risposta che non risponde. Mena, come si suol dire in questi casi, il can per l’aia».
Domenica il fondatore di Repubblica aveva attaccato la titolare della Sanità: «Sulla base del criterio delle spoglie, il ministro della Salute Livia Turco ha decretato la sua sostituzione con altra persona, scientificamente accettabile, ricercatrice ma non medico. Senza valutare i risultati oggettivi e le qualità scientifiche e mediche di Cognetti. Nonostante che gran parte dei primari di Regina Elena abbiano inviato al ministro una lettera in favore del direttore scientifico e nonostante che molte personalità abbiano fatto altrettanto a cominciare dalla Rita Levi Montalcini, premio Nobel e senatore a vita».
«A me risulta l’esistenza di una lettera firmata da 27 primari del Regina Elena su 34 che si dolgono dell’allontamento di Cognetti. Non è poca cosa. La Turco è al corrente di questa lettera?» chiede il giornalista che incalza «se tra i pregi della sua scelta, uno di cui la Turco fa molto conto è che la Muti è una donna. La scelta fa parte delle quote rosa? Come motivazione mi sembrerebbe debole».
«La professoressa Muti - risponde il ministro - è avvalorata da un curriculum eccezionale, medico e professore, è riuscita ad ottenere, superando una concorrenza fortissima da parte di colleghi ben più noti, quindici milioni di dollari dai fondi federali degli Stati Uniti per ricerche da lei condotte. Anche per questo fu richiamata in Italia nel marzo del 2005, proprio dal professor Cognetti, allora direttore scientifico del Regina Elena». Indizio forse utile per scoprire se nel caso Muti-Cognetti non ci sia concorrenza e ambizione portata dagli States che non garbano a Roma.


Intanto Livia Turco commenta: «Mi ha stupito ma anche fatto piacere che tra le decine di lettere di congratulazioni che ho ricevuto in questi giorni dall’Italia e da tutto il mondo per la nomina della professoressa Muti non ve ne sia neanche una di un politico».

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