Sciopero Scala, Rutelli cede agli orchestrali

Qualche concessione e una richiesta: la revoca immediata dello stato di agitazione della Scala. Francesco Rutelli arriva a Milano con una lettera che punta a scongiurare lo sciopero della Prima, una vera e propria sciagura per il teatro, per il Comune, per la Provincia (fresca di ammissione nel Cda) ma anche per il governo e per tutta Italia. Il rischio figuraccia, inutile dirlo, è altissimo, soprattutto in un momento in cui è in ballo la scelta di Milano come sede dell’Expo 2015. «Auguro a tutto il mondo della lirica che prevalga il buonsenso e che le proposte e le richieste vengano accolte» è l’appello di Rutelli.
Il ministro dei Beni culturali e vicepremier scrive all’Anfols (l’Associazione nazionale delle fondazioni liriche e sinfoniche) e ai sindacati, proponendo un compromesso. Rutelli promette di convocare per martedì prossimo un tavolo nazionale a tre (governo, ministero e sovrintendenti) in modo da arrivare a un rinnovo del contratto di settore. Contemporaneamente il vicepremier non chiude alla richiesta principale degli orchestrali, ovvero la possibilità di trattare direttamente con la Scala per il contratto aziendale a partire dalla fine di dicembre.
L’obiettivo è di arrivare entro primavera al rinnovo del contratto nazionale. In pratica, è un aggiramento della legge Asciutti (che impedisce le contrattazioni aziendali prima della chiusura delle nazionali), nata per rimettere in sesto i bilanci delle fondazioni liriche e che però con le sue rigidità mette in seria difficoltà la Scala. «C’è stato un avvitamento del sistema» ammette Rutelli nella lettera, promettendo che «il governo è pronto ad assumersi la responsabilità di investire il Parlamento». Non è chiaro però se si tratti di un impegno a intervenire già con un emendamento alla Finanziaria.
In difesa degli orchestrali scioperanti si sono schierati un po’ tutti, dall’assessore alla Cultura, Vittorio Sgarbi, alla Confindustria con Diana Bracco fino alla Mondadori con l’ad Maurizio Costa. Il presidente della Provincia, Filippo Penati, chiede «di revocare lo sciopero dopo l’impegno di Rutelli». Sgarbi recita il mea culpa: «Se gli orchestrali del Teatro alla Scala fanno sciopero il 7 dicembre io sarò con loro. Ho capito di aver torto - ha detto Sgarbi - quando un paio di giorni fa ho parlato con il direttore del Maggio Fiorentino, Zubin Mehta e con Daniel Barenboim». Sgarbi propone di «pagare meno i registi che spesso fanno cose che fanno schifo» e di distribuire equamente «i soldi risparmiati ai poveri orchestrali e ai lavoratori della Scala».
Persino gli industriali stanno con gli scioperanti. «L’orchestra della Scala ha incrementato più del 50% le sue prestazioni rispetto al passato e questo va anche riconosciuto a chi ci lavora.

Uno sciopero che faccia saltare la Prima? Non ci voglio nemmeno pensare» dice la presidente di Assolombarda, Diana Bracco. Ancora più esplicito Costa: «Spero che si trovi un punto di equilibrio. Si rischiano ripercussioni sull’Expo».

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