Scommesse, scandali, doping, violenze. Ecco il libro nero del calcio italiano

Presentato a Roma «Le pagine nere del calcio», volume scritto dal giornalista Antonio Felici, che ha raccolto quasi un secolo di lati oscuri del pallone. Il primo fu Allemandi, che nel 1927, da terzino della Juve, si vendette il derby al Torino. E poi Moggiopoli, i tanti calcioscommesse e la scia di morti provocati da farmaci e violenze

Calciopoli non è nata certo nel nuovo millennio. Sin da quando è nato il calcio nel nostro Paese ha convissuto con scandali, sospetti, truffe, sospetti, violenze. Un secolo di lati oscuri del gioco più bello del mondo che il giornalista Antonio Felici racconta nel libro «Le pagine nere del calcio. Tutti gli scandali minuto per minuto» (edizioni Iacobelli, pagine 320, euro 16), presentato oggi a Roma. Il volume ripercorre tutti i momenti in cui il pallone si è sporcato di fango, a partire dal primo scandalo, quello che portò alla revoca dello scudetto 1926-27 vinto sul campo dal Torino. Protagonista fu il terzino della Juventus Luigi Allemandi, accusato di avere intascato sostanziose mazzette per favorire la vittoria granata nel derby della Mole. Ci sono poi il calcioscommesse del 1980, quello che costò tra l'altro la retrocessione in serie B a Milan e Lazio; i sospetti di corruzione nella partita Italia-Camerun ai mondiali 1982, che consentì agli azzurri di passare il turno e iniziare la cavalcata verso il titolo iridato; il Totonero-bis del 1986; i sospetti sullo scudetto 1988, perso in modo rocambolesco dal Napoli si disse per scongiurare una superperdita di chi gestiva il Totonero; infine il calcioscommesse 2011. E calciopoli, lo scandalo che fece tremare nel 2006 le fondamenta del calcio italiano e che rappresenta una ferita non ancora rimarginata, come dimostrano le polemiche attuali? Gli è dedicato il secondo capitolo, il più corposo del volume, intitolato «Moggiopoli».
Ma non di sola corruzione si parla nel libro di Felici. Ci sono anche capitoli dedicati ad altre ombre, come il doping, sia quello «selvaggio» praticato negli anni Settanta e Ottanta al quale si attribuisce una scia di calciatori morti (tra gli altri Beatrice, Rognoni, Lombardi e Signorini), sia quello più evoluto denunciato da Zdenek Zeman, allora allenatore della Roma, in un'intervista del 1998 all'Espresso. E poi c'è la pagina degli scandali amministrativi ed economici, e quella delle violenze che hanno costellato di croci decenni di calcio.
«Questo - spiega Felici - non è un libro di condanna, ma un atto d'amore, un grido di dolore. Vorrei tornare a raccontare il bello del calcio. E credo che l'unico modo per farlo sia affrontare i problemi. Ho scritto questo libro perché mi sono accorto che il calcio è molto spesso esposto a situazioni bruttissime, a scandali che non dovrebbero toccare questo sport meraviglioso. Ho tentennato, perché essere giornalista sportivo per me significava raccontare il gioco, non certo le vicende negative legate ad esso. Ma ho capito che l'unico modo per mantenere sano questo sport è vigilare. In caso contrario finiremmo per non avere più niente di bello da raccontare».
«Questo è un libro che Antonio non avrebbe mai voluto scrivere - precisa Paolo Franci, giornalista e moderatore dell'incontro - il racconto degli eventi negativi del mondo del calcio, dal doping, alle gare truccate, alle scommesse illecite, fino ad arrivare alle troppe morti allo stadio, si è fermato poco prima dell'ultima sentenza di Napoli per Calciopoli. Probabilmente Antonio dovrà scrivere una seconda parte, per completare l'opera. Sperando poi di poter tornare a raccontare gli aspetti positivi del calcio».


Alla conferenza stampa erano presenti tra gli altri il presidente della Lega Serie B Andrea Abodi e il presidente della Federazione italiana golf Franco Chimenti. «C'è molta preoccupazione per quello che succederà da adesso in poi. Nel calcio ci sono pagine nere, ma anche tante pagine bianche. Bisogna cercare di cancellare tutto il nero», ha detto Abodi.

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