Dopo una lunga malattia è scomparso, alletà di 92 anni, il linguista fiorentino Giovanni Semerano che è stato, nel suo campo, un luminare e un eretico, come attestano le sue ricerche sulle origini linguistiche, quindi culturali, della nostra civiltà. Anche nel suo ultimo libro dal titolo La favola dellindoeuropeo (Bruno Mondadori, 2005), lo studioso metteva in discussione lindoeuropeo quale origine delle lingue mediterranee ed europee. Quarantanni di studi sulletimologia del greco, del latino e del sanscrito per rintracciare la madre di tutte le lingue, hanno portato Semerano alla conclusione che essa fosse laccadico-sumero. In particolare nel suo libro di grande successo, Linfinito: un equivoco millenario. Le antiche civiltà del Vicino Oriente e le origini del pensiero greco (Bruno Mondadori, 2004), il linguista tentò di smascherare un fraintendimento decisivo riguardante una parola fondamentale nella nostra cultura: «infinito». Secondo Semerano, che andò alle radici del pensiero occidentale, il termine originerebbe appunto nella lingua semitica e accadica e, pertanto, la sua stessa sfera semantica ne verrebbe stravolta rispetto a quella tramandata. Così linterpretazione corretta del famoso detto di Anassimandro non sarebbe, in questa prospettiva, «luomo nasce dallinfinito e torna allinfinito», bensì: «luomo è polvere e polvere tornerà». Affermazione apparentemente irrilevante che, a ben guardare, sposta invece in modo significativo il baricentro su cui si costruisce la visione del mondo occidentale.
Basti dire, esempio fra mille per rendere lidea di quanto le parole (e la loro traduzione) informano il pensiero, che la Chiesa avvertì la necessità di inserire nel «Credo», recitato durante la messa, la specificazione «generato non creato», per evitare leresia di accomunare Cristo alle altre creature.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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