Scompenso cardiaco: nel Lazio 100mila malati, la metà a Roma

Duccio Pasqua

Lo scompenso cardiaco, questo sconosciuto. Un’indagine condotta da Shape, gruppo di studio europeo sullo scompenso cardiaco, rivela che solo il 2% della popolazione è in grado di riconoscerlo, nonostante il 94% dei cittadini dichiari di averne sentito parlare. Alla descrizione dei sintomi, il 28% degli intervistati pensa che si tratti di infarto o angina, mentre il 58% parla di ictus. Preoccupante è che lo scompenso cardiaco non sia considerato una malattia grave, giacché ben 7 persone su 10 lo ritengono meno invalidante di altre patologie quali tumori, diabete, malattie reumatiche o Aids. In Italia, al contrario, dal 2004 il numero di ricoveri per scompenso ha superato quello degli infarti. I malati sono circa 1 milione, quasi il 2% della popolazione, molti di più di quelli affetti da tumore. Ogni giorno vengono ricoverate oltre 500 persone con questa malattia, un aumento del 40% negli ultimi 5 anni, e almeno un terzo di queste muore entro un anno dal ricovero. Anche la realtà laziale è piuttosto preoccupante, dal momento che ben 100mila sono i malati, circa 50mila dei quali a Roma e provincia. Ogni anno il 10% di chi soffre di questa patologia perde la vita: sono 10mila infatti i decessi annuali nel Lazio, e 5mila a Roma e provincia. «Il caldo è un grande fattore di instabilità - spiega Andrea Di Lenarda, dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) - e può peggiorare una situazione già difficile». Lo scompenso cardiaco si instaura in presenza di un danno del muscolo cardiaco, e può avere origini diverse. Fra le più frequenti la coronaropatia e l’ipertensione. Aumentano il rischio di scompenso il livello alto di colesterolo, il fumo, il diabete e l’obesità, ma contribuiscono anche la cardiomiopatia, le patologie valvolari e la cardiopatia congenita. In un incontro del dicembre 2005 Anmco ha promosso una Consensus Conference fra le società scientifiche coinvolte nell’assistenza ai malati e le Istituzioni. Si sono approfonditi gli aspetti epidemiologici e di economia sanitaria per comprendere l’impatto della malattia sul Servizio Sanitario (nel corso dell’ultimo anno sono stati spesi 625 milioni di euro).

A tal proposito il senatore Antonio Gaglione, Sottosegretario di Stato alla Salute, ha invitato gli scienziati a presentare il documento al Ministero della Salute, per mettere in atto e rendere operative al più presto le proposte raccolte nello studio. Dal 20 al 26 novembre, intanto, ci sarà la terza Settimana europea dello scompenso cardiaco, dove centri ospedalieri potranno dare informazioni e assistenza.

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